giovedì 30 giugno 2011

Bye bye MySpace



Alla fine è successo. La prima vittima di Facebook è il social network comprato qualche anno fa dallo "squalo", al secolo Rupert Murdoch che dopo anni e anni di perdite ha deciso di vendere uno dei concorrenti del noto sito blu. Comprato nel 2005 per 585 milioni di dollari MySpace non era riuscito a fare il salto e impensierire il rivale che invece ogni anno macinava adepti e soldi a discapito di tutti gli avversari che nel corso degli anni sono nati anche per sfidare l'egemonia di Palo Alto. Nell'ultimo lustro le perdite si aggiravano sui 50 milioni annui e questo ha fatto scattare la molla per la vendita che veniva data intorno ai 100 milioni di dollari, poco dopo però la cifra era già scesa attorno ai 20/30 facendo diventare l'acquisto di MySpace uno dei peggiori affari del magnate australiano che con sua buona pace ne ha certificato la morte. Quali saranno i risvolti ancora non si può sapere ma è certo che ora "il grande fratello" ha messo nel mirino Twitter che pochi giorni fa ha dovuto subire delle pesanti critiche dei suoi iscritti a causa dell'inserimento della pubblicità tra un cinguettio e l'altro, cosa per altro subito rientrata. In queste ore si è avuta la notizia che il prossimo grande avversario di Facebook sarà Google che, dopo le batoste di Buzz e Wave, sta testando un proprio servizio chiamato poco fantasiosamente Google+, questa piattaforma si baserà su cinque pilastri, Circles, Sparks, Hangouts, Istant Upload e Huddle i quali forniranno cinque diversi servizi tutti con l'unico scopo di formare un super social network. Come finirà? 

mercoledì 29 giugno 2011

Free Agency

Ancora non si sa se il lock-out ci sarà o meno però non si può non tener conto del fatto che ci sono giocatori in scadenza per cui se le cose andranno per il verso giusto si dovrà mettere mano al portafoglio per cercare i free agent e di buoni ce ne sono davvero. Crawford (Atl), Prince (Det), West (Noh), Nenè (Den), Butler (Dal) solo per citarne alcuni e sarà guerra per tenerli o prenderli. Ricordo che al di là dell'oceano la squadra per cui giochi può pareggiare l'offerta per cui la percentuale è del 50%. Alcuni di questi giocatori sono al loro ultimo contratto per cui potrebbero scegliere i presidenti spirati al cuore e andare o dove gli danno più soldi o dove hanno la possibilità di provare a vincere qualcosa. Tra questi giocatori ovviamente ci sono anche quelli scarsi che andranno a scaldare la panca per cui se volete vedere la lista completa andate al link Free Agent NBA 

martedì 28 giugno 2011

Libro della settimana

"Il codice Da Vinci" di Dan Brown

Nella pagina "Books" trovate la recensione.

Lulzsec out Anonymous no

Nella ormai epica e lunga battaglia fra le istituzioni, la legge e gli hacker, ecco che uno dei gruppi più importanti ed organizzati di pirati informatici, Anonymous, sembra aver sferrato un nuovo attacco. Il gruppo infatti, è tornato a colpire un bersaglio prestigioso e già finito nel loro mirino, il sito ed i database dell‘FBI. Una coincidenza? In molti pensano che in realtà dietro queste sigle e nomi si possano nascondere gli stessi hacker e quindi potrebbe trattarsi di una semplice strategia, un diversivo che aveva lo scopo di abbassare la soglia di attenzione dei principali siti governativi, delle banche e delle istituzioni che in questi mesi, più volte, sono state colpite in modo più o meno grave. L’attacco sarebbe stato messo in atto qualche ora fa, subito dopo l’annuncio ufficiale da parte dell’altro noto gruppo di hacker, Lulzsec (che nelle ultime settimane ha dato diversi grattacapi a Sony e Sega), che invece ha deciso di mollare ed interrompere gli attacchi. A quanto pare, l’ultimo attacco all’FBI avrebbe portato Anonymous ad ottenere dati sensibili, ma non sono giunte conferme su questa notizia. Intanto, sembra sia finito sotto attacco anche il sito italiano dell’Agcom. 

lunedì 27 giugno 2011

Lakers what is the future?

Oggi vi propongo un'articolo direttamente dal sito NBA.com, c'è molto da commentare anche se sono chiacchiere estive e lasciano il tempo che trovano però lo voglio lasciare in inglese perchè rende meglio.

Panned more for what they didn’t do on draft night than anything they’d done in the weeks and months before, and for Ron Artest‘s proposed name change (we’re not calling him “Metta World Peace” until it becomes official), it’s stunning to see how dramatically the Los Angeles Lakers’ stock has dropped in the eyes of many. They’re not the powerhouse crew that has made trips to the NBA Finals in three of the last four years, winning back-to-back titles. Instead, they’re seen by most as the supposed contender that was demolished in four straight games by the champion Dallas Mavericks in the Western Conference semifinals. Rumors of the Lakers’ demise have been greatly exaggerated. From the calls for trading anyone butKobe Bryant for Dwight Howard to the demand that Lamar Odom (or Andrew Bynum or Pau Gasol) be shipped out of town for Kevin Love, people need to calm down. There aren’t two teams in the Western Conference, as presently constituted, that we would rank ahead of the Lakers. The Mavericks are the reigning champs and deserve the nod. But even the Thunder, as exciting as they can be at times, don’t strike us as a team capable of doing to the Lakers what the Mavericks were able to do to them in the playoffs. Those are the only two teams that would reside in the same neighborhood as the Lakers right now, after the draft and before anyone does anything in free agency. And there’s an argument to be made that a rested and refocused Lakers team, one armed with a new, younger coach that knows he needs to prove himself in order to escape the shadow of legendary coach Phil Jackson, could challenge the Mavericks for the top spot. As long as there is breath in Bryant’s body the Lakers will remain a championship caliber team. The pieces around, while vital to their championship aspirations, can be shuffled. Bryant holds the key to their immediate future, if Howard or any other superstar is paired with him down the line so be it.
By  NBA.com

domenica 26 giugno 2011

The end is near?

Ancora nessuna notizia dalle trattative di Venerdì, sembra che il temuto lock-out sia sempre più vicino perchè proprietari e giocatori sono ancora molto distanti dal trovare un accordo che accontenti tutti. Tecnicamente si dovrà trovare una soluzione entro il 30 Giugno che è la naturale scadenza del contratto collettivo ma forse la trattativa potrà estendersi per qualche giorno in più proprio per evitare la serrata che scontenterebbe l'interno mondo del basket e non solo quello a stelle e strisce. Nell'ultimo incontro i giocatori si sono presentati indossando una maglietta su cui era scritto "Stand" per rivendicare la loro compattezza ma sempre rispettosi del dialogo con la contro parte. Fisher si è detto contento dell'iniziativa dei giocatori ma ha tenuto a precisare che le loro posizioni difficilmente si distaccheranno da quelle attuali per cui c'è ancora molto da lavorare per raggiungere un accordo comune. E' tutto rimandato a questa settimana e speriamo che le cose vadano per il meglio.

sabato 25 giugno 2011

Sonisphere Festival


Week-end di rock puro quello che si appresta ad arrivare. Imola sarà invasa dagli amanti del sound duro per eccellenza, si comincia alle 10 del mattino con i Rise To Remain per continuare con i Rival Sons e tanti altri. Sabato alle 21 ci saranno gli inossidabili Iron Maiden mentre Domenica come degna conclusione suoneranno i Linkin Park. Questa è una rassegna itinerante che si tiene in tutto il mondo, per chi volesse saperne di più si può collegare al sito Sonisphere Festivals. Se siete nei paraggi vi consiglio di farci un salto e se volete mandare del materiale sarò felice di postarlo.

venerdì 24 giugno 2011

Draft and Trades

Notte di contrattazioni in NBA. Finito il Draft (nella pagina "NBA" i risultati) con risultati più o meno sorprendenti, sono partiti i primi scambi che hanno visto diversi giocatori, alcuni anche importanti, scambiarsi le casacche andando, in alcuni casi, a rinforzare i nuovi team. Cleveland si è aggiudicata la prima e la quarta scelta con Irving e Thompson che sono due dei prospetti migliori, il fenomeno Fredette scelto da Utah ma scambiato con Sacramento è stata un'altra stella che ha monopolizzato l'attenzione degli addetti ai lavori. Ci sono state anche diverse trade che hanno coinvolto molte squadre. Vediamo gli scambi più importanti. Grazie a Don per la velocità con cui mi ha segnalato gli scambi.

Andre Miller da Portland a Denver
Raymond Felton da Denver a Portland
Rudy Fernandez da Portland a Dallas
Brad Miller da Houston a Minnesota
George Hill da San Antonio a Indiana
Beno Udrih da Sacramento a Milwaukee
Stephen Jackson da Charlotte a Milwaukee
Shaun Livingstone da Charlotte a Milwaukee
Corey Maggette da Milwaukee a Charlotte
John Salmons da Milwaukee a Sacramento 

giovedì 23 giugno 2011

Odom for second pick?


A poche ore dall'inizio del Draft i Lakers hanno tentato il colpaccio cercando di offrire ai Timberwolves il sesto uomo della scorsa stagione per la seconda scelta assoluta ma hanno ottenuto un sonoro rifiuto. L.A. voleva selezionare da Arizona Derrick Williams più giovane ed atletico dell'ormai trentenne Odom ma hanno dovuto desistere perchè Minnesota ha risposto che in quel ruolo hanno Kevin Love che dopo la straordinaria stagione è diventato uomo franchigia. Dal momento che il G.M. della futura squadra di Rubio è un giocherellone ha chiesto in cambio della seconda scelta Bynum e Gasol. Ovviamente le trattative tra le due squadre si sono subito interrotte dal momento che la richiesta è irricevibile perchè entrambi non sono sul mercato dato che sono le colonne portanti, con Kobe, del roster di Los Angeles per il prossimo anno e per quelli futuri. I Lakers non hanno una prima scelta questa notte mentre al secondo turno hanno le numero 41, 46, 56 e 58. Cosa prenderanno i giallo-viola è da vedere ma di sicuro David Kahn, se qualcosa dovesse andare storta per i suoi Wolves, avrà di che mangiarsi le mani per aver rifiutato Lamarvelous.

Get drunk no fat


Sinceramente ho riflettuto molto prima di scrivere questo pezzo perchè ho pensato che potesse essere frainteso. Il titolo è tutto un programma, "ubriacati senza ingrassare" e devo ammettere che toccare argomenti delicati come questo non è facile ma poi, mentre sorseggiavo una birra, mi sono deciso a buttare giù due righe. Chiunque di noi almeno una volta nella vita si è ubriacato, e magari qualcuno anche più di una (siete sempre i benvenuti), ma nessuno ha mai pensato al numero di calorie che buttava nel proprio corpo, neanche le ragazze che di solito sono molto attente alla linea anche perchè vi assicuro che ne ho viste di magrissime bere come camionista (con rispetto ai camionisti e sempre i benvenuti anche loro). Però si sa, il mondo è strano e non mi stupirei se qualcuno mentre sorseggia una Caipirinha esclamasse: "chissà quante calorie mi costa questo nettare". Lo so, la prima reazione sarebbe di far accomodare gentilmente il profano fuori dal locale ma poi, a pensarci bene e dopo molte Caipirinhe, si potrebbe intavolare una discussione entusiasmante anche sulla quantità di grassi ingeriti, e qui vi consiglio di fare questo discorso con le donne perchè dopo molte Caipirinhe potreste sembrargli oltre che interessanti per le minchiate che state dicendo anche dei modelli di Versace per cui la serata potrebbe concludersi come meglio non vi aspettereste...Questa è un'eventualità, ma se qualcuno di voi volesse sapere quante calorie gli è costato il Coca&Rhum o il Cocktail preferito, da oggi ci viene incontro internet. Per sapere in anticipo le calorie che vi porterete a casa dopo una bella serata al bar con gli amici non vi resta che collegarvi al sito getdrunknotfat.com

mercoledì 22 giugno 2011

Icann the new revolution



L’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), è un ente internazionale no-profit che assegna gli indirizzi IP e gestisce il sistema dei domini, in questi giorni ha liberalizzato i domini Internet, permettendo la creazione di nuovi infiniti suffissi oltre a quelli che già conosciamo. Gli indirizzi dei siti Internet potranno quindi concludersi con qualsiasi parola in qualsiasi lingua e si comincerà a prendere in considerazione la creazione di nuovi domini a partire dal prossimo anno. “ICANN ha aperto il sistema degli indirizzi Internet alle illimitate possibilità dell’immaginazione umana”, ha detto Rod Beckstrom, presidente e amministratore dell’ente. “Nessuno può prevedere dove ci porterà di preciso questa decisione”. Soltanto pochi mesi fa l’ICANN aveva dato il via libera all’utilizzo del suffisso .xxx per i siti porno. Dall’anno prossimo sarà possibile utilizzare qualsiasi combinazione di lettere, aprendo infinite possibilità di combinazioni, slogan e parole per i servizi e i siti Internet più svariati. Le grandi corporations sono già impegnate a prenotare i loro domini personali per cui da oggi in poi troveremo un sito che finirà con .HTC o .Mercedes o .Nike. E' solo una trovata fine a se stessa o potrà servire per nuove strategie di marketing? Voi cosa ne pensate?

martedì 21 giugno 2011

Libro della settimana

"Due popoli una terra" di Benny Morris

Nella pagina "Books" trovate la recensione.

AMD Fusion A-series


AMD ha presentato la nuova generazione di processori dal nome Fusion A-series: costruiti con tecnologia a 32 nanometri integrano nello stesso chip, CPU e GPU (processore grafico). Le prestazioni sembrano essere elevatissime, fino a 400 gigaflop per i notebook e fino a 500 gigaflop per i desktop. Dalle caratteristiche e dalle specifiche tecniche, la nuova gamma di processori pare sia in grado di competere con i processori Intel della fascia a più alte prestazioni, anche nel settore notebook. I nuovi Fusion A-Series disporranno di una vasta gamma sia per notebook che per desktop e saranno disponibili con configurazione a due e quattro core, tutti con processore grafico integrato. I nuovi Fusion A-series possono arrivare a integrare fino a 400 core grafici Radeon. AMD dichiara che le prestazioni saranno paragonabili alle schede video dedicate. I Fusion A-series saranno quindi in grado di gestire grafica avanzata in DirectX11 direttamente dai processori grafici integrati, potranno essere riprodotti video 3D su uscita esterna HDMI 1.4, sarà integrata anche una funzione in grado di stabilizzare i tremolii dei video con un calcolo in tempo reale. Importante dire che i sistemi basati su AMD Fusion A-series possono essere dotati di una seconda scheda video dedicata esterna (e qui gli hardcore gamers tireranno un sospiro di sollievo) e supportano di serie il collegamento USB 3.0. I primi computer PC con AMD Fusion A-Series sono attesi in commercio a breve mentre oltre 150 sistemi saranno lanciati sul mercato nel corso dei prossimi mesi. Insomma come ha detto il Vice Presidente dell’azienda, questi processori sembrano portare una vera e propria rivoluzione nell’ambito delle tecnologie dei processori, paragonata addirittura all’invenzione del processore stesso. Rimaniamo tutti in attesa di vedere i primi sistemi all’opera per giudicarne le prestazioni, ma soprattutto sarà importante capire se i prezzi di questi processori saranno, come nella tradizione AMD, molto concorrenziali, perchè a quel punto intel con i suoi i7 dovrà cominciare ad adeguarsi al mercato e sarà un bene per noi acquirenti! 

Posted by Zaraki

lunedì 20 giugno 2011

Tribute to Dallas


Sono passati alcuni giorni ormai, ma ancora riecheggia nell’aria l’annuncio del commissioner NBA David Stern, nella serata che ha visto la squadra dei Dallas Mavericks laurearsi nuovi campioni della National Basketball Association: “DALLAS MAVERICKS WORLD CHAMPION”, queste le dolci parole, che tanto hanno sognato di sentire con le proprie orecchie i tifosi bianco-blu, ancor di più da quel nefasto e terribile 2006. E dunque, dopo 5 anni di sofferenze, prese in giro, dicerie e battute di cattivo gusto è arrivata l’ora della classica vendetta servita fredda nel piatto d’argento, rappresentata dal trionfo proprio all’American Airlines Arena, dimora dei Miami Heat, che 5 anni or sono festeggiarono invece in casa dei Mavs, sotto gli occhi delusi dei tifosi texani. Una vittoria strameritata, dopo aver battuto in serie i Portland Trail Blazers (la squadra che al primo turno, le 4 teste di serie ad Ovest avrebbero volentieri tutte evitato di incontrarla), i Los Angeles Lakers campioni in carica addirittura sweppandoli, i giovani e talentuosi Oklahoma City Thunder, per finire infine con i fuochi d’artificio: i Miami Heat appunto, la squadra dei prescelti e dei fenomeni autoproclamati. Chissà se il fondatore, nonché primo proprietario dei Mavericks, Donald Catler (l’uomo con il cappello da cowboy che per primo ha alzato il Larry O’Brien Trophy nella magica serata di Domenica scorsa, per gentile concessione dell’ultimo e fortunato proprietario, il virtuoso e megalomane Mark Cuban) aveva immaginato una cosa simile, quando allora nel 1979 decise di riportare il Basket a Dallas (in realtà fu spinto dalla moglie Linda, grande appassionata del gioco e ovviamente presente anche lei sul palco della premiazione), dopo il “tradimento” dei Dallas Chaparalls, che si spostarono da Dallas a San Antonio e diventarono così, gli odiati cuginetti dei San Antonio Spurs. E chissà se la ridente città del Texas, tristemente nota per l’assassinio del presidente Kennedy nel  1963, la 9° per ordine di grandezza di tutti gli Stati Uniti, credeva di festeggiare una vittoria sportiva proprio grazie alla squadra di Basket che mai gli aveva regalato soddisfazioni, a differenza invece dei Dallas Cowboys, più volte Campioni della NFL, e dei Dallas Stars, campioni nella NHL nel 1999. Eppure le premesse per arrivare al titolo, da quel lontano giorno di Gennaio anno 2000, quando cioè Cuban acquistò i Mavs alla modica cifra di 285 milioni di dollari, sono cresciute di stagione in stagione. Fino ad allora, i bianco-blu avevano avuto poche stelle di rilievo tra le quali si ricordano Aguirre, Rolando Blackman, Schrempf  (tedesco come Dirk) e Sam Perkins e avevano al massimo disputato una finale di Conference contro i Lakers di Magic nel 1988, sconfitti 4-3 nella bella decisiva a Inglewood, California, casa dei lacustri. Dal 2000 in poi appunto, la squadra cambiò decisamente rotta. L’istrionico neo proprietario iniziò ad investire sul team e con l’aiuto del nuovo General Manager Donnie Nelson (figlio del grande Don, allenatore anche dei Mavericks per ben 8 anni) riuscirono a costruire una squadra che da quel momento in poi fino ai nostri giorni, è sempre andata ai Play Off con almeno 50 vittorie stagionali su 82 partite della Regular Season, diventando la compagine più vincente tra tutte le franchigie NBA degli ultimi 11 anni, nella parte di stagione però, che conta poco o nulla. Una maledizione sembrava abbattersi sulla squadra di Dallas quando il gioco si faceva duro. I Play Off erano un vero e proprio incubo:  4 eliminazioni al primo turno, 4 in semifinali di Conference, 1 in finale di Conference, 1 finale NBA gettata al vento, quando avanti di 2-0 nella serie e di 7 punti a poco più di 6 minuti dalla fine di Gara 3, i Mavs completarono un vero e proprio disastro perdendo completamente il controllo del gioco, la confidenza al tiro e tutte e 4 le partite seguenti. L’incubo è stato finalmente spezzato nella notte di Domenica scorsa. Nowitzki esce dal campo incredulo per ciò che stava accadendo. Cuban salta di gioia, va incontro a Terry gridandogli:”Come here JET, come here JET!!”, stritolandolo tra le sue braccia. Chandler si mette le mani davanti agli occhi, Kidd alza la testa al cielo, la panchina con in testa Butler e Haywood esplode di felicità. Contemporaneamente all’American Airlines Center, stadio dei Mavericks dove si erano riuniti per l’occasione 18000 persone, scoppia la festa. Si, è tutto vero, è tutto reale…DALLAS IS WORLD CHAMPION.


Posted by Don

sabato 18 giugno 2011

Hope

Forse ci siamo! Martedì prossimo potrebbe essere il giorno decisivo per scongiurare il lock-out. A New York si incontreranno associazione giocatori e proprietari NBA per trovare una soluzione al dilemma che sta affliggendo giocatori e soprattutto tifosi che non dormono la notte perchè il loro sport preferito potrebbe non essere più nei palinsesti televisivi il prossimo anno. David Stern e i suoi interlocutori hanno già avuto altri incontri sempre nella grande mela e sembra che questa volta le distanze si siano decisamente accorciate, i giocatori non vogliono la riduzione dei contratti garantiti e dopo un lungo tira e molla le squadre sembrano orientate a tornare alle norme esistenti. Stern ha detto anche che l'idea è quella di un tetto rigido per gli stipendi e una ripartizione dei guadagni divisa in questo modo, 57%-43% a favore dei giocatori. Fisher, si quello dei Lakers e presidente dell'associazione giocatori, ha riconosciuto il cambio di rotta dei proprietari ed è proprio su questo spiraglio che potrebbe giocarsi la partita decisiva la prossima settimana. Non ci resta che aspettare e sperare che le due compagini arrivino ad una soluzione ottimale per tutti...anche per noi.

venerdì 17 giugno 2011

Shades...from Detroit


Antonio "Shades" Agee, dove shades sta per sfumature. Mai nick fu più azzeccato per descrivere le capacità di un'artista dei graffiti. Nato a Detroit è una delle personalità artistiche più note della città e, grazie al padre musicista Jazz, cresce ascoltando Nat “King” Cole e Frank Sinatra, entrando in contatto con l'arte fin dalla prima età. Comincia a dipingere in strada quando la parola “graffiti” non è ancora particolarmente diffusa e il suo amore per l’arte lo spinge a viaggiare per gli Stati Uniti e per il mondo per apprendere e affinare le sue capacità. A partire dai primi anni ’90 fino ad oggi, “Shades” si è costruito un curriculum di spicco mettendo insieme un vasto catalogo di lavori, da impressionanti murales personalizzati, a dipinti su tela e su supporti di vario tipo (oggetti, veicoli, vestiti, body art) commissionati da grandi nomi quali Chrysler, Ford, Universal Studios, Quicken Loans, The Movement Detroit (il festival di musica elettronica più importante al mondo, gemellato con l’evento Movement di Torino). Recentemente ha collaborato con Fiat per il lancio della 500 negli USA, ed è anche possibile vedere un suo murale all’interno degli uffici Chrysler/Fiat a Detroit. Shades ha due opere in mostra al Detroit Institute of Art, ha esposto a C-Pop Gallery, Motor Gallery e ha due installazioni permanenti al M.S.U.ʼs Holden. E' seguito da diversi collezionisti internazionali che accumulano qualsiasi cosa gli passi per le mani, dalle borse ai vestiti, dalle bambole ai mobili. Grazie al suo importante background “di strada”, e a una prestigiosa educazione, “Shades” si è affermato come uno degli artisti storici della Graff Art americana.


giovedì 16 giugno 2011

Draft 2011


Si terrà il 23 Giugno il consueto appuntamento con il Draft NBA e per chi non sapesse di cosa si tratta legga attentamente. La lottery come viene anche chiamata è un appuntamento annuale che si tiene dopo le Finals in cui tutte le 30 squadre della lega scelgono i giocatori che andranno ad implementare il proprio roster. Il funzionamento è semplice, i primi 14 posti vengono assegnati alle squadre che non sono andate ai play offs mediante un sorteggio che vede l'assegnazione delle "palline" in ordine inverso rispetto al loro record, per cui chi ha il peggior record ha più palline e quindi più possibilità di ottenere la prima scelta. Le rimanenti 16 che affrontano i play offs hanno lo stesso trattamento e cioè in base al record della regular season viene stilato un ordine di scelta. Per fare un esempio, Chicago pur non avendo raggiunto la finale, ha l'ultima scelta per via del miglior record stagionale. Questo ordine non è sempre rispettato o meglio, lo è ma con alcune eccezioni. Quando due o più squadre fanno le trade possono inserire negli scambi anche le scelte per cui può capitare che una squadra sceglie un giocatore non perchè serve al suo progetto ma perchè deve girarlo alla squadra a cui deve la scelta. Con questo sistema vengono selezionati i migliori, o presunti tali, prospetti da tutto il mondo che possono uscire direttamente dalle High School, College o campionati esteri e andare a rimpolpare i roster delle squadre americane. Il draft non è una scienza esatta per cui qualche volta si possono prendere delle toppe clamorose ma in linea di massima i giocatori scelti ai primi posti diventano i protagonisti negli anni a venire. In questo modo si da la possibilità, sempre che si scelga bene, alle squadre con un record perdente di poter mettere le mani su un fenomeno che li possa riportare in auge e rimetterli sulla mappa NBA, garantire anche che ci sia equilibrio tra le squadre e che il talento sia distribuito in maniera ottimale e senza scompensi. Oltre a questo ci vuole programmazione e lungimiranza per creare un team che possa essere competitivo negli anni così da attrarre altri campioni che sposino la causa e vengano a giocare per la tua squadra, con alcune eccezioni....

Il 24 nella pagina "NBA" troverete i risultati del Draft.

mercoledì 15 giugno 2011

Next season


Non è ancora passata la sbronza per il recente successo dei Mavs che già si pensa al prossimo anno. Lockout permettendo è già caccia ai campioni e le ipotesi su chi possa o meno scalzarli dal trono si sprecano, Miami, Chicago, Oklahoma, Los Angeles, vedremo...Miami è la favorita in quanto ha partecipato all'ultima finale, Wade e James avranno la scimmia e cercheranno il riscatto per dimostrare di non essere dei bambocci ma giocatori veri e con un anno di esperienza in più potranno riflettere sui loro errori. Si fanno i primi nomi per le transactions, Bosh per Chandler...e Dallas si priva dell'unico centro che ha? Chicago è quella che ha dimostrato in regular season di far paura per davvero e anche se in finale di conference non è stata all'altezza del suo record sicuramente il prossimo anno sarà ancora li a dar fastidio, Rose è il punto fermo, Boozer forse va via e si parla di Ellis e J.R. Smith, se per il primo ci sta un bel wow, per il secondo auguri...Oklahoma è stata la vera sorpresa perchè nessuno pensava che sarebbe arrivata fin li già quest'anno ed invece ha stupito tutti grazie alla combo KD-RW più l'esplosione di Harden e la buona stagione di Ibaka, Perkins bisogna giudicarlo il prossimo anno. Los Angeles parte dall'intelaiatura dello scorso anno e scarsi non sono, però bisogna vedere se Gasol si riprende dopo la brutta prestazione di questi play offs, se Odom non fa i capricci e comunque deve partire sesto uomo, se Kobe torna a fidarsi un minimo dei compagni, se Artest...ok passo, se Fisher sarà degnamente sostituito da un play che segna e difende e se la panchina verrà migliorata, insomma per i Lakers molti se...Lo so, mancano alcune big e qualche outsider ma ci torniamo più in la.

martedì 14 giugno 2011

Libro della settimana

"Le quattro casalinghe di Tokyo" di Natsuo Kirino

Nella pagina "Books" trovate la recensione.

The Looser One


Lo so, il titolo forse è un pò forte ma dopo sette anni passati a sentire che The King doveva rivoluzionare la lega uno sfogo dovete concederlo. Nessuno mette in dubbio le doti di James, facciamo chiarezza, ma non si può non dire che al suo ingresso nella lega tutti dicevano che il nuovo padrone era sbarcato sul parquet, che avrebbe dominato per i prossimi 15 anni, che avrebbe oscurato tutti, che i prossimi 10 anelli erano già prenotati...ops, non è andata proprio così, dopo 7 anni nisba, nulla, nada, o come dicono dal'altra parte ha fatto l'uovo, zero. Due finali due sconfitte, e se per la prima ci potevano essere le attenuanti, per questa no excuses, niente scuse, ha fallito e lo ha fatto nel peggiore dei modi perchè era andato con l'altro overrated in Florida per formare il dream team che doveva vincere 82 gare e passeggiare nei play offs. Nulla di più falso, dopo una partenza incerta Miami si è ripresa e lo ha fatto anche bene ma non avendo numeri importanti contro le grandi, certo nei play offs ha asfaltato prima Orlando poi Boston e Chicago ma il titolo lo vinci battendo tutti e gli Heat non l'hanno fatto. Sono arrivati fino a li affidandosi ai singoli e non alla collettività e prima o poi lo paghi, Lebron ti fa vincere in regular season ma quando il gioco sale ad un livello superiore hai bisogno di tutti i compagni anche perchè devi mettere in conto che una partita o più di una la può toppare. Altro fattore è la pressione che ha dimostrato di non reggere completamente e Wade in questo gli ha dato una grossa mano sollevandolo dall'incarico di essere il primo e il secondo violino ma senza ottenere grossi risultati. Nelle 6 gare di finale questi sono i freddi numeri. 107 punti, 43 rimbalzi e 41 assist con 43/90 al tiro, pochino direi per colui che avrebbe dovuto dominare la serie. In alcune gare sembrava spaesato e senza idee, non da lui certamente ma è sotto gli occhi di tutti che ha fatto mancare il suo apporto dimostrando che senza un buon gruppo non si va da nessuna parte, poi i numeri si possono leggere in entrambi i modi ma di gente come lui che ha messo giù statistiche paurose e non ha vinto nulla la lega è piena. Con questo non voglio dire che non vincerà mai un titolo, di sicuro sarò smentito negli anni futuri, ma vorrei lanciare uno spunto su cui riflettere perchè adesso è facile accanirsi e io ho criticato James sin dal suo ingresso nella lega. Negli ultimi anni, come già scritto in passato, c'è la tendenza a costruire le squadre con il maggior numero di stelle senza pensare alla chimica (ne sanno qualcosa i Lakers dei fab 4, Kobe, Shaq, Malone e Payton 1-4 contro Detroit di Rasheed, Hamilton, Prince, Wallace e Billups) e non sempre va bene come ha dimostrato la finale di quest'anno. Con le stelle ci vuole un supporting cast all'altezza. Cosa succederà ora non lo sa nessuno, James si leccherà le ferite e l'anno prossimo tornerà più forte di prima ma forse dovrà cambiare nickname...

lunedì 13 giugno 2011

Congratulations Mavs

Alla fine è successo! Finalmente dopo anni passati a provarci, a spendere soldi e a prendere batoste, Dallas è riuscita a mettere le mani sull'anello, l'unica cosa che conta nell'NBA. Una serie emozionante? No, bruttina direi, ma molto intensa, con colpi di scena e cadute di stile ma sicuramente non scontata. Ad Ottobre Miami era data favorita, i Big Three, le polemiche, il glamour. La partenza non è stata delle migliori ma nel corso della stagione ha trovato un certo equilibrio ed è arrivata in finale, Dallas invece era una squadra solida, come da anni ormai e con tanti veterani che non sono mai riusciti a fare il "salto", ha concretizzare una vittoria nel momento più importante. Dirk, Kidd, Marion, Terry, Chandler, Butler, questi i nomi più importanti del roster di Mark Cuban che non è il coach ma l'eccentrico proprietario della squadra texana che finalmente dopo tanto patire può infilarsi l'argenteria...meritato? Direi di si. Tanti infortuni ma anche tanto coraggio per un Team con la T Maiuscola, perchè questi giocano davvero di squadra, uno per tutti e tutti per uno, anche se c'è uno più speciale degli altri, il tedesco. "Wunderkid" from Germany, number 41 e nuovo MVP delle Finals. Come direbbe l'avvocato "non è più l'NBA dei vostri padri", se un tedesco (fortissimo per carità) domina al di là dell'oceano e si prende gioco di quelli che erano dati per favoriti. Stagione esaltante e altalenante, play offs esaltanti e finale che viene messa in discussione da gara 3 che vede Miami corsara in Texas, ma da li la storia cambia e, al contrario di quello che avvenne nel 2006, i Mavs non hanno perso la testa ma hanno continuato a giocare come dovevano e non hanno ceduto di un millimetro. La morale è che la squadra vince sul singolo o sui singoli...

Making history

Questa volta era Miami ad avere le spalle al muro per via del 2-3 con cui si presentava a gara 6 mentre i Mavs potevano permettersi anche una sconfitta e giocarsela alla settima ma a differenza di quello che è successo in Texas non sono i padroni di casa a partire forte ma gli avversari. Dallas gioca senza pressione, al contrario di Miami, e subito si porta in vantaggio mettendo a referto tutti e nove i giocatori scesi sul parquet, gli Heat sono contratti e reggono solo nel primo quarto mentre nel secondo vanno sotto anche di 12 ma grazie alle sue stelle si riportano in partita e concludono il primo tempo a meno 2. Nel secondo periodo le cose non cambiano molto, Dallas vuole l'anello e cerca l'allungo ma i padroni di casa si aggrappano con le unghie e con i denti alla partita e non lasciano scappare gli avversari che però nell'ultimo quarto trovano il parziale decisivo che gli Heat non riescono a colmare. I minuti finali sono un'agonia per gli spettatori e per Miami che vede segnare Dallas da tutte le parti e in tutti modi, gli ultimi tiri li mette colui che ha portato per mano i Mavs al primo storico anello. Game, set, match. La storia è fatta. (watch)

sabato 11 giugno 2011

Ci risiamo...tutti muscolosi con gli spinaci



Braccio di Ferro aveva ragione. Mangiare gli spinaci potenzia davvero l'azione dei muscoli. In una cosa, però, aveva torto, a dare energia in più alle fibre muscolari non è il ferro, come l'eroe della nostra infanzia voleva farci credere, ma la quantità di nitrato inorganico in essi contenuti. La scoperta arriva da uno studio pubblicato su Cell Metabolism dai ricercatori del Karolinska Institutet in Svezia guidati da Eddie Weitzberg. I ricercatori hanno registrato, nei volontari alle prese con una cyclette che hanno consumato circa 300 grammi di una delle due verdure al giorno per tre giorni, una maggiore efficienza muscolare con minor dispendio di ossigeno. Fugati anche i dubbi sulla tossicità del nitrato, sollevata da precedenti studi, Weitzberg e colleghi hanno infatti dimostrato che, grazie all'azione combinata con alcuni batteri presenti in bocca, il nitrato si inserisce in un percorso che produce ossido nitrico, sostanza già conosciuta in quanto in grado di dilatare i vasi sanguigni e, di conseguenza, di ridurre la pressione sanguigna. Sembra che la maggiore efficienza dei mitocondri, ovvero le "centrali energetiche" delle cellule, che a sua volta porta a una maggiore efficienza muscolare, sia dovuta alla presenza di bassi livelli di alcune proteine che normalmente ne indeboliscono il funzionamento, e che questo meccanismo venga favorito dalla presenza dei nitrati e degli ossidi nitrici. I risultati dello studio mostrano che l'aumento dei nitrati nella dieta può avere un effetto piuttosto immediato, in soli tre giorni. I ricercatori però avvertono che non è ancora chiaro cosa potrebbe accadere nel caso in cui si consumino alti livelli di nitrati inorganici per lunghi periodi di tempo.

venerdì 10 giugno 2011

Terry, the punisher

Dallas è con le spalle al muro ma scende in campo decisa a fare bene e parte con un bel 13-6, parziale che però non intimidisce Miami che nel corso del primo quarto recupera lo svantaggio e chiude in parità grazie ad un tiro pazzo di Chalmers (15). La gara non ha un padrone e si trascina fino all'ultimo periodo in parità con entrambe le squadre che per una sera lasciano a casa la difesa e pensano solo a farne uno in più dell'avversario e lo dimostra il fatto che segnano tutti i giocatori a referto. Wade (23 e 8 assist) dopo uno scontro a centro area esce per farsi medicare ma rientra poco dopo e continua a segnare come se nulla fosse ben aiutato da Bosh (19 e 10) e da James (17 10 e 10) che pur non facendo cose eclatanti entra in tutte le azioni e dirige il gioco in maniera impeccabile. A 5 dalla fine il punteggio è in parità 95-95 e qui avviene il miracolo, tutti quei giocatori che fino ad ora non avevano fatto due partite in fila in maniera discreta decidono che è arrivato il momento di dare una mano al loro condottiero. Dirk (29 6 e 3) che per tutta la gara, così come nelle altre, si è preso la briga di levare le castagne dal fuoco ai suoi, magicamente viene aiutato dalla sua squadra, tutti e dico tutti vanno a referto e contribuiscono alla vittoria finale, incredibile! Terry (21 e 6 assist) deride James e gli spara in faccia la tripla che mette fine alle sofferenze dei tifosi, Tyson (13 e 7) si fa sentire sotto canestro, Kidd (13 e 6 assist) mette punti fondamentali e Barea (17 e 5 assist) era indemoniato, penetra e scarica, penetra e segna, insomma ha dato il suo come nelle migliori gare di questi play offs. Miami stranamente ha giocato di squadra ma non è bastato perchè comunque la maggior parte dei palloni li hanno visti i tre più pagati mentre i Mavs, finalmente, si sono messi a disposizione del tedesco e hanno tirato fuori l'orgoglio giocando come in gara 4. Cosa risuonava a fine gara? Raga siamo 3-2. (watch)

giovedì 9 giugno 2011

Win or go home

E' proprio il caso di riprendere lo slogan della NBA per fare due riflessioni sulla gara di questa notte. Purtroppo duole dirlo ma i Mavs sono costretti a vincere gara 5 per non andare a Miami con qualcosa di più delle spalle al muro, si perchè in caso di sconfitta la prossima partita in Florida potrebbe diventare un massacro. Immaginate gli Heat in vantaggio 3-2 e con due match point in casa? Mi vengono i brividi al pensiero di incontrare Wade e Lebron con la possibilità di vincere il titolo, due squali nella vasca dei pesci rossi...Le quattro partite giocate fino ad ora hanno dimostrato che i due team si equivalgono e non per il numero di partite vinte ma perchè lo scarto è sempre ridotto e perchè sono stati gli episodi a segnare la vittoria dell'una o dell'altra squadra. Ovviamente arrivati a questo punto nessuno a più segreti per l'altro, quindi si gioca solo di testa e affidandosi all'orgoglio e alla voglia di vincere dei singoli, sperando che tengano mentalmente...Terry e Lebron in gara 4 insegnano. I due punti fermi manco a dirlo sono Wade e Dirk mentre gli altri hanno dimostrato di poter essere fondamentali ma non sempre costanti contribuendo all'incertezza che contraddistingue la serie per cui ancora ne vedremo delle belle. Sembra strano ma il destino delle finals non sembra essere nelle mani di Nowitzki, Wade o James ma in quelle di Terry, Chandler, Haslem, Chalmers o chissà chi...è non è lo sport più bello del mondo?

mercoledì 8 giugno 2011

Dallas tied

Partita cruciale per Dallas che scende in campo determinata a prendersi gara 4 per non sprofondare nell'abisso della sconfitta e dover dire definitivamente addio all'anello. Dirk ieri ha chiesto aiuto ai suoi compagni ed in particolare a Terry che è l'unico che può davvero dare una mano al tedesco nella sfida contro James e Wade. La gara prende la piega delle altre gare e cioè quella dell'equilibrio, il primo tempo si chiude in sostanziale parità con i Mavs che mettono a referto quasi tutto il quintetto mentre per Miami Lebron è silente e lascia il compito di segnare ai suoi compagni. Nella seconda parte di gara gli animi si scaldano ed inizia la partita vera, Wade (32 e 6) comincia a macinare gioco e punti, affiancato da Bosh (24 e 6) mentre James (8 9 e 7), che pur sfiora la tripla doppia resta ai margini della gara ben contenuto dalla difesa di Dallas che per una volta fa sul serio il suo mestiere. Nell'ultimo periodo gli Heat hanno una reazione d'orgoglio e cercano di chiudere la gara con un parziale che però non impensierisce minimamente i Mavs che con Terry (17) e Dirk (21 e 11) recuperano lo svantaggio in pochi minuti portandosi avanti. A pochi secondi dalla fine i Mavs sono sopra e la palla va al tedesco che questa volta si mangia Haslem e segna il più 4, palla a Wade che entra e schiaccia il meno 2, rimessa e palla a Terry che subisce fallo ma segna entrambi i tiri liberi e la gara si conclude con la meritata vittoria di Dallas che ha avuto uno straordinario contributo anche da Marion (16), Chandler (13 e 16), Stevenson (11) e Barea (8 e 4 assist) che finalmente hanno giocato come richiesto a gran voce dal loro leader. Tutto questo mescolato con una gran difesa ha portato alla vittoria e alla consapevolezza di poter battere Miami anche nelle prossime gare perchè fermando uno tra Lebron e Wade e muovendo la difesa come hanno fatto questa notte si aprono molti spazi e si possono adottare diverse strategie d'attacco, con il tiro da 3 oppure con gli inserimenti dei lunghi che in questa gara hanno fruttato molti punti. Si replica giovedì notte. (watch)

martedì 7 giugno 2011

Libro della settimana

"Le gang di New York. Una storia informale della malavita" di Herbert Asbury

Nella pagina "Books" trovate la recensione.

TLC a new era?


Da qualche giorno i Paesi europei sono tenuti ad attuare a livello nazionale le norme in materia di telecomunicazioni introdotte dall’Ue al fine di aumentare la competitività del settore e di offrire migliori servizi alla clientela. Vediamo in dettaglio.


1 - sarà possibile passare da un operatore fisso o mobile a un altro senza dover cambiare il proprio numero di telefono, entro un giorno lavorativo, i contratti iniziali di abbonamento per i clienti avranno una durata massima di 24 mesi e gli operatori saranno obbligati a offrire contratti di 12 mesi.

2 - le informazioni sui servizi a cui un cliente si abbona dovranno essere più chiare. I contratti dovranno contenere informazioni in merito ai livelli minimi di qualità del servizio. In particolare, gli utenti di Internet dovranno ricevere informazioni in merito alle tecniche di gestione del traffico e al loro impatto sulla qualità del servizio, così come eventuali altre limitazioni (limiti di larghezza di banda, velocità di connessione disponibili, blocco o strozzatura dell’accesso a servizi come il Voip).

3 - i contratti dovranno inoltre contenere informazioni dettagliate relative ai rimborsi e alle compensazioni offerte qualora tali livelli minimi non siano raggiunti;

4 - ci sarà più protezione contro la violazione di dati personali e lo spam, obbligo di avviso in caso di violazione dei dati personali.

5 - maggiori informazioni e richiesta di autorizzazione per la registrazione o l’utilizzo dei dati nei dispositivi degli utenti (cookies indesiderati).

6 - gli organismi nazionali di regolamentazione saranno più indipendenti e potranno, come estrema risorsa, obbligare gli operatori di telecomunicazioni che dispongono di un potere di mercato significativo a separare le reti di comunicazione e la fornitura di servizi per garantire agli altri operatori un accesso senza discriminazione (senza separare necessariamente la proprietà né imporre la creazione di una società distinta).


7 - la Commissione, in cooperazione con il Berec ( Body of European Regulators for Electronic Communications ), ha ricevuto poteri supplementari di supervisione delle misure relative alla concorrenza sui mercati delle telecomunicazioni. 


Se la Commissione dovesse ritenere che una misura relativa alla concorrenza notificata, in fase di progetto, da un organismo nazionale di regolamentazione rischia di creare barriere al mercato unico dei servizi di telecomunicazioni, potrebbe svolgere una valutazione approfondita e, in consultazione con il Berec, emettere una raccomandazione all’organismo nazionale di regolamentazione per modificare o ritirare la misura programmata. Le autorità nazionali di regolamentazione devono tenere in massima considerazione tali raccomandazioni e ratificarle il prima possibile. Scommettiamo che in un Paese di nostra conoscenza questo non avverrà in tempi brevi e ci prenderemo anche una multa per non aver seguito le direttive europee?

lunedì 6 giugno 2011

Mia leads 2-1

Gli Heat scendono in campo decisi a riscattare la cocente sconfitta in gara 2 e grazie alla buona partenza di Lebron (17 e 9 assist) il primo quarto si chiude con gli ospiti sopra di 7 ma nel secondo periodo Miami piazza un break e si porta sopra di 14 grazie alle giocate di Wade (29 e 11), Dallas reagisce prontamente e con il tedesco (34 e 11) e Terry (15) riportano in linea di galleggiamento i padroni di casa riducendo lo svantaggio a soli 5 punti. Il secondo tempo si apre con l'ennesimo break degli Heat che riportano il loro vantaggio in doppia cifra e a questo punto le cose sembrano andare a sud per la squadra di Cuban, ma mai dare per morti i Mavs perchè come spesso accade piazzano li un'altra rimonta. Terry e Nowitzki accorciano di nuovo rendendo vano lo sforzo di James e compagni di allungare e l'ultimo periodo si apre con le squadre distanti solo 3 punti. Il quarto quarto è pieno di emozioni, le stelle prendono in mano la situazione e giocano i palloni fondamentali ma ci sono sempre le variabili impazzite e questa volta a fare la differenza sono Chalmers (12) che piazza 4 triple fondamentali, Haslem (6) con alcune buone giocate sia in attacco che in difesa e Bosh (18) che mette il tiro della vittoria, pensate che già fa male perdere all'ultimo tiro, figuratevi se poi è di Bosh. Dallas ci prova fino alla fine, Kidd (9 e 10 assist) si spegne nel finale che è tutto targato Dirk, il tedesco infatti segna praticamente tutti i punti dei Mavs nell'ultimo periodo ma questo non basta per vincere l'ennesima partita buttata alle ortiche. Dopo il canestro di Bosh, i padroni di casa hanno l'ultimo pallone ma il tiro del tedesco va sul ferro decretando la sconfitta.Ggli ospiti sono stati bravi ad approfittare delle pause dei texani che hanno giocato come se avessero già vinto la serie e questo può essere letale. A Dallas sono riemersi spettri del passato, vediamo se questa volta la storia prenderà un'altra piega. (watch)

domenica 5 giugno 2011

Google e l'efficienza energetica


L'efficienza energetica prima ancora che di tecnologie sofisticate e grandi investimenti è un fatto di consapevolezza. Il colosso americano ha deciso di diffondere questa scoperta al mondo intero, chiamando a raccolta a Zurigo i responsabili dei data center di mezzo mondo. Il messaggio è chiaro e diretto: "There is no magic in efficiency". Il settore dell'information technology è responsabile di circa il 2% delle emissioni globali di gas serra e di questo 2% una quota compresa tra il 14 e il 18% è dovuto all'enorme consumo di energia richiesto per far funzionare i data center e tenerli al fresco, evitando surriscaldamenti. In pochi mesi grazie ad investimenti per 25 mila dollari si è avuto un risparmio di 67 mila dollari l'anno. Il colpo di genio è stato montare delle tende di plexiglass intorno alle pile di server e puntare l'aria condizionata nella giusta direzione. Urs Hoelzle, vice-president senior di Google, incontrando i giornalisti al "Data Summit" rende il concetto ancora più chiaro: "Si può fare la stessa cosa su qualsiasi scala di grandezza, anzi penso che sia pazzesco non farlo. Eppure la maggior parte delle aziende che gestiscono dei data center non lo fanno. Sono convinte che sia difficile e costoso, ma non si rendono conto di quanto spendono veramente in elettricità e di quanto sia semplice risparmiare. Noi come impresa leader sentiamo la responsabilità di rendere più aziende possibile partecipi di questa nostra scoperta". L'incontro di Zurigo è stato l'occasione per illustrare i progressi compiuti nella realizzazione del data center di Hamina. Entro la fine dell'anno entrerà in funzione un innovativo sistema di raffreddamento ad acqua marina a bassissimo impatto ambientale e ridottissimi consumi energetici. Questo gigantesco frigorifero si va ad aggiungere ai data center più piccoli che oggi in Belgio e Irlanda utilizzano rispettivamente l'acqua di un canale di scolo e l'aria esterna per tenere i computer al fresco.

sabato 4 giugno 2011

Sand Art


Cos'è l'arte? La letteratura sull'argomento è ampia e non voglio essere certo io a darne una definizione, non essendone capace. Nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana, svolta singolarmente o collettivamente, che porta a forme creative di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza. Nella sua accezione odierna, l'arte è strettamente connessa alla capacità di trasmettere emozioni, per cui le espressioni artistiche, pur puntando a trasmettere "messaggi", non costituiscono un vero e proprio linguaggio, in quanto non hanno un codice inequivocabile condiviso tra tutti i fruitori, ma al contrario vengono interpretate soggettivamente. Oggi voglio proporvi una serie di link, che troverete nella pagina "Art", relativi ai Sand Artists e più in particolare a quelli che io definisco "pittori della sabbia". Avendo visto alcuni spot che girano in televisione mi è venuta voglia di saperne di più su questo modo di "fare arte" e sul web ho trovato i siti dei migliori Sand Artists in circolazione. E' inutile dirvi che sono rimasto esterrefatto dalla loro capacità di dipingere sulla sabbia e far emergere l'essenza del loro pensiero sfiorando con le mani quello che all'inizio è solo un drappo privo di sfumature che accarezzato con sapiente maestria viene modellato non dal vento ma dal sibilo di tocchi leggiadri.


Nella pagina "Art" trovate i link ai siti di alcuni dei più famosi sand artist.

venerdì 3 giugno 2011

Comeback

Nel primo tempo le squadre si rincorrono e ci sono molti cambi al comando. I padroni di casa partono forte e cercano di chiudere la gara ma non hanno fatto i conti con i Mavs che questa volta scendono in campo determinati e non si fanno sorprendere ribattendo ad ogni canestro subito. La partita si gioca su ritmi veloci e gli atleti sul parquet si divertono a correre grazie anche ai molti palloni persi da una parte e dall'altra che producono molti punti in transizione. Verso la fine del secondo quarto i Mavs sono avanti di 10 con Kidd (6 8 e 5) che fa contenti i suoi compagni ma ci pensa Wade (36 5 e 6) a riportare in partita gli Heat con alcune giocate spettacolari e il primo tempo si chiude in parità. Il secondo tempo si apre con un break di Miami che scappa grazie alle giocate di Wade, Bibby (14) e Bosh (12 e 8) ma il vantaggio non raggiunge la doppia cifra di scarto e Dallas può rientrare agevolmente con Marion (20 8 e 3) che anche questa volta ha svolto un ottimo lavoro difensivo pur non perdendo lucidità in attacco. L'ultimo quarto si apre con un altro break degli Heat che sembra quello decisivo, Wade e Lebron (20 8 e 4) suonano la carica, rispondono in molti e in 5 minuti i padroni di casa volano a +15, partita chiusa...no no. Come nella migliore tradizione dei Mavs l'ultimo quarto è quello buono per cui si scatenano nell'ordine, la difesa, Terry (16 e 5 assist) e Dirk (24 11 e 4) che a 57 secondi dalla fine mette il pareggio scherzando con l'avversario di turno. Ancora il tedesco con una tripla e siamo a +3 Mavs, panico, si va in attacco e Chalmers (9 e 3 assist) dall'angolo pareggia con un tiro da 3 ma ancora mancano una manciata di secondi e si torna nella metà campo di Miami, palla a Dirk che scherza con Bosh e sono 2 pesanti come un macigno. Rimessa Heat, mancano 3 secondi e palla a Wade che cerca un tiro in corsa, ferro e sconfitta. 1-1 ed ora in Texas. Abbiamo una serie. (watch)

giovedì 2 giugno 2011

Thanks Mr Shaq


Questo è uno di quei momenti in cui un uomo può piangere per davvero. Il più dominante centro della storia presente e futura del basket si è ritirato e lo ha fatto a modo suo, via Twitter con un messaggio ai suoi fan. Shaq ha deciso di lasciare i Boston Celtics anche se aveva ancora un anno di contratto sorprendendo dirigenza e tifosi che ad ora si stanno chiedendo se tutto questo sia uno scherzo o meno. Purtroppo non è un'altra trovata del più irriverente showman che l'NBA abbia mai visto in azione sui suoi parquet ma è semplicemente la pura e dannata verità. E' vero che gli anni passano per tutti e negli ultimi due-tre "The Big Aristotele" non era ai massimi livelli ma quando una "living legend" lascia c'è sempre il rifiuto che prende il sopravvento, la negazione della realtà ti abbraccia e ti lascia quel senso di vuoto e sconforto che solo il tempo può lenire. Possiamo immaginare che ci sarà un altro come lui o più forte di lui. Cazzate! "The Diesel" is the only one. Ha giocato contro i centri più forti degli ultimi vent'anni e ha fatto il culo a tutti, senza eccezioni, da Hakeem a Mourning a Robinson. Tutte queste leggende si sono scontrate con "Shaq Fu" e sono state annientate dal "Big Man" per eccellenza, quello che ha sconvolto le regole del gioco, per chi non lo sapesse la regola dei tre secondi è stata reintrodotta per cercare di limitare "Superman" così come la modifica del disegno dell'area piccola. "The Big Cactus" ha avuto un impatto sulla lega come quello che ebbe alcuni anni prima MJ, ha rotto gli equilibri e ha costretto i mortali ad adeguarsi alla sua mole e al suo modo di giocare, tutti i coach hanno dovuto modificare gli schemi difensivi perchè nelle loro equazioni era stata introdotta la variabile impazzita, quella che ti sballa il risultato qualunque approccio tu possa usare. Potremmo elencare statistiche e titoli vinti da "Shaqovic" ma non servirebbero a renderlo più o meno grande perchè un Dio è un Dio da qualunque prospettiva tu possa guardarlo. Da domani "the game will never be the same"...

Black and White America


Nuovo album per Lenny Kravitz. S'intitolerà "Black and White America" e uscirà questa estate. Il primo singolo, "Come on get it" è stata la colonna sonora dell' All Star Game 2011 (loro hanno Lenny Kravitz, noi il primo sfigato che accetta l'ingaggio). Un pezzo rock nella miglior tradizione del rocker americano ricco di chitarre, lunghi soli e qualche synth. Un album, quello in arrivo, che stando alle parole di Kravitz è davvero molto importante, infatti si è messo alla prova non solo nella stesura dei testi ma anche nelle parti più tecniche vocali e strumentali. Insomma, pare che abbia suonato tutti gli strumenti eccetto la chitarra e in più c'è una sezione di fiati nuova di zecca. "C'è tutta la mia storia in questo disco, ha infatti confermato Lenny Kravitz, le mie influenze, la mia vita piena di conflitti ma non è tanto diversa dalla storia del mio paese. Un paese pieno di difficoltà e contraddizioni ma che a mio parere si sta risollevando e ha cominciato a farlo scegliendo la persona più adatta a presiedere la Casa Bianca".

mercoledì 1 giugno 2011

Lebron for game 1

Partita che non regala molte emozioni e per tre quarti scorre sui binari dell'equilibrio, Mavs e Heat frenate anche dall'emozione di gara 1 commettono molti errori e per buona parte del tempo vanno a braccetto. Come sempre per Miami Lebron (24 9 e 5) e Wade (22 10 e 6) comandano le operazioni e prendono per mano la squadra rispondendo canestro su canestro ai tentativi di fuga di Dallas che si affida alla sua stella. Dirk (27 e 8), sempre raddoppiato riesce comunque a mettere a referto buone statistiche anche se come quelle a cui ci aveva abituato nel corso dei play offs e con l'aiuto di Marion (16 10 e 4), che fa un buon lavoro su James, tengono testa ai padroni di casa. L'ultimo quarto si apre con Miami sopra di 4 ma Dallas non si fa intimorire e con il tedesco cerca la rimonta ma a questo punto James e Wade premono sull'acceleratore e in un battito di ciglia gli Heat sono a +10. La difesa di Dallas sbanda pericolosamente e per i texani non c'è nulla da fare, gara 1 va a Miami. Bosh (19 e 9) vince il duello con Chandler (9) ma Terry e Barea non sono stati determinanti come nelle gare precedenti e questo ha influito molto sul risultato finale anche se ovviamente ci sono stati altri fattori che hanno condizionato la gara, a partire proprio dalla difesa che non è stata all'altezza rispetto a quello visto nelle gare passate. (watch)