venerdì 29 luglio 2011

Incentivi per le auto elettriche

Il progetto di legge in favore della diffusione delle auto elettriche prosegue il suo iter parlamentare, il testo ha passato il vaglio delle Commissioni Attività produttive e Trasporti della Camera e potrebbe arrivare in aula dopo l'estate. Si parla di premio a scalare. Il provvedimento prevede un contributo di 5.000 euro per chi acquisterà un veicolo elettrico nel 2011-2012, poi l'incentivo scenderà a 2.000 euro nel 2014 e a 1.000 nel 2015, inoltre è previsto un bonus di 150 euro per gli impianti di ricarica privati, accompagnato da incentivi per gli enti locali che realizzeranno colonnine pubbliche. I fondi disponibili ammonterebbero a 60 milioni di euro. L'obiettivo, molto ambizioso, sarebbe di trasformare circa il 10% del parco circolante italiano in elettrico, traguardo che in assenza d'incentivi sembra improponibile per la miopia che affligge gli italiani.

giovedì 28 luglio 2011

Around the world

Ormai non passa giorno in cui non sentiamo voci su avvenuti o presunti passaggi di giocatori NBA da questa parte dell'oceano. Le ultime noyz riguardano Melo e CP3 che sono in tour e precisamente in Cina. Dalle sponde del fiume giallo giungono voci che danno per interessati a giocare nella terra dei dragoni proprio il play degli Hornets e il padrone dei Knicks che hanno dichiarato di essere favorevoli ad un'esperienza oltre oceano visto che il lockout sembra lontano dal concludersi. Conoscendo i giocatori NBA è facile che abbiano dichiarato quelle cose solo per far contenti i tifosi che sono accorsi alla partita ma a giudicare dalla strada intrapresa da D-Will e da altri interessamenti famosi per il basket del vecchio continente mai dire mai. Con tutto il rispetto per il basket del sacro impero vorrei davvero vedere Melo e Paul deliziare i tifosi cinesi con numeri da circo che da quelle parti non si vedono proprio quotidianamente...Come sempre questi sono rumors ma non mancheremo di tenervi aggiornati.

mercoledì 27 luglio 2011

Kobe 50-50

As rumors continue to swirl that Kobe Bryant may join Deron Williams in Turkey, Seref Yalcin, the Head of Basketball Operations at Besiktas (the club that signed DWill and is chasing Kobe) has been quoted as saying that the chances of a deal are at 50-50. Yalcin says: “At the moment there’s a 50% chance that Kobe may come to Turkey. Everything will be clearer after the meeting on the 30th. We have not talked about money, as reported. We only talked about the possibility of Kobe playing in Turkey. We asked FIBA for approval and Kobe wants some time to think about it. We believe that his reponse is going to be positive. Money will not be a problem. Turkish Airlines, M-Oil and Milan Petrol will sponsor the deal.” If Kobe Bryant plays only 3-4 months, that's enough for us.

martedì 26 luglio 2011

Libro della settimana

"Sfera" di Michael Crichton

Nella pagina "Books" trovate la recensione.

Electric power

Altro che nucleare! Parte in italia un progetto per diffondere le auto elettriche e i relativi moduli per il rifornimento di "carburante". Grazie all'impegno dell'Autorita' per l'Energia c'è stato il via libera alle agevolazioni previste per 5 progetti pilota che prevedono la realizzazione di oltre 1000 stazioni di ricarica per veicoli elettrici distribuite sull'intero territorio nazionale. I progetti permetteranno di installare le colonnine in alcune grandi citta' come Roma, Milano, Napoli, Bari, Catania, Genova, Bologna, Perugia, e in svariati comuni dell'Emilia Romagna e della Lombardia. Dopo tanto parlare di energia nucleare finalmente si muove qualcosa per la diffusione a livello nazionale di energia pulita e questo potrebbe sensibilizzare le coscienze di tutti i cittadini che fino ad ora non si sono interessati al problema dell'inquinamento dovuto ai gas di scarico delle loro macchine. Certamente tutto questo deve essere anche supportato dalle case automobilistiche che fino a questo momento non si sono date molto da fare per realizzare autovetture elettriche. Chissà se con questo incentivo si potrà partire con un progetto serio che consentirà pian piano di avere sul nostro territorio sempre più distributori "verdi" e più auto elettriche in modo da intossicare meno noi e chi ci sta vicino.

lunedì 25 luglio 2011

Reports of the NBA Finals 2011

Dopo una breve assenza Don ritorna e questa volta ci delizia con le pagelle dei vincitori. Adesso tocca ai Mavs. Enjoy!



B. HAYWOOD    6:           Gioca in pratica solo 2 partite, più un’apparizione in Gara 4 per soli 3 minuti, a  causa di un infortunio all’anca. Non sfigura nei 2 matches ai quali prende parte, soprattutto in Gara 1. Incontenibile durante i festeggiamenti dopo la vittoria.

I. NAHINMI        5,5:    Non era previsto che giocasse, ma gli eventi negativi occorsi ad Haywood hanno costretto Carlisle a buttarlo nella mischia. Ci mette impegno, ma i risultati sono più che scontati, anche se ha comunque il merito di realizzare un canestro assurdo (per lui) nel match finale, allo scadere della sirena della terza frazione, facendo gasare tutti i compagni di squadra. Permette di far tirare il fiato a Chandler che dopo l’uscita di scena di Haywood è costretto a fare un lavoro doppio.

P. STOJAKOVIC    5:       Lo so! Se il voto dovessi darlo solo alle sue prestazioni alle finals ne verrebbe fuori un bel 3 pieno, ma proprio non ce la faccio a punire un fuoriclasse di tale levatura, che ha avuto anni gloriosi in NBA, con un voto del genere. Il voto pertanto, è una sorta di media tra le buone gare giocate nei turni precedenti sia contro Portland, sia contro i Lakers (anche se il suo rendimento cala ed in modo abbastanza vistoso, già nella Finale di Conference contro Oklahoma) e il suo totale disastro nella finalissima contro Miami, dove in 3 sole apparizioni (da Gara 4 in poi infatti, Carlisle non gli permette più di mettere di nuovo piede sul parquet) è capace di mettere a segno un solo canestro nella 3° partita. Suo apice nei Play Off, lo straordinario 6/6 dalla linea dei 7,25 in Gara 4 contro i Lakers, con il quale contribuisce in modo sostanziale a quel fantastico 20/32 dalla linea dei 3 punti di tutta la squadra dei Mavs, che uguaglia il record assoluto dei Seattle Supersonics del 1996.
                             

D. STEVENSON  6,5:      E chi se lo aspettava! Parte in quintetto nelle prime 3 sfide. Da Gara 4 in poi si siede in panca di fianco al suo compagno di reparto Terry, per far spazio a Barea. Assolutamente concentrato su ogni azione, quando sbaglia un canestro (molto di rado a dir la verità) lo vedi subito dall’altra parte del campo a   difendere come un forsennato. Ottime percentuali al tiro (quasi esclusivamente dal perimetro), risponde sempre presente quando i compagni lo chiamano in causa. Autore di canestri importanti anche in momenti chiave, soprattutto in Gara 4 e Gara 6. Ingaggia il solito duello fisico e verbale con il sempre odiato James, (quando militava nei Wizards, definì il Prescelto un “overrated” cioè un giocatore sopravvalutato) riuscendo a prevalere più volte. Bellissima la maglietta che ha sfoggiato all’arrivo all’aeroporto di Dallas dopo il trionfo:”Hey LeBron, How is my Dirk taste?”.

B. CARDINAL      7:   Voto alto per la mazzolata data a Wade in Gara 5. Nella gara precedente, “Flash” aveva messo in scena insieme al compare, il “simpatico” siparietto sulla febbre del biondo e aveva dichiarato, a proposito della lesione al legamento del dito medio della mano sinistra del tedesco (lesione con la quale ha convissuto per tutta la serie), che tutti i giocatori vivono con qualche dolorino. Bene! Detto fatto. “Il custode” non si lascia scappare l’occasione e commette un duro fallo proprio su Wade quando mancavano 5 minuti alla fine del 2° quarto. Il numero 3 esce dal campo e ritorna solo nel 3° periodo. La domanda è lecita:”Wade è bello giocare con qualche dolorino?”. Usato, per far rifiatare Chandler e Nowitzki, si fa notare per altri falli abbastanza ruvidi commessi in Gara 6. Partecipa attivamente anche dalla panchina incitando i compagni come se fosse in campo con loro! Questo significa “fare squadra”.

J. J. BAREA         7,5:   L’uomo che aveva spaccato in 2 la difesa dei Lakers, provocando l’ira funesta di Bynum, che per la frustrazione l’ha messo KO con un fallo bruttissimo punito prima dagli arbitri con un Flagrant Foul e poi dalla NBA con 3 giornate di sospensione, l’uomo che ha avuto un peso notevole sia nel passaggio del primo turno contro Portland, sia nella vittoriosa serie contro i Thunder, sembrava spegnersi proprio sul più bello: nelle prime 3 partite si vede poco e niente. Da Gara 4 in poi, coach Carlisle gli “regala” l’ingresso nel quintetto base e da lì riprende quota. Protagonista assoluto delle ultime 2 sfide, sembra indemoniato: con le sue accelerazioni e con le sue penetrazioni fulminee, mette in crisi profonda la difesa dei Miami che non sa proprio come prenderlo e  risulta fastidioso per gli avversari anche in difesa (vedesi a tal proposito i falli in attacco fischiati sia a James che a Wade). Sfugge sia alla marcatura a uomo, sia a quella a zona. Anzi, con quest’ultima sembra andare a nozze una volta ritrovata anche la via del canestro dalla distanza. Considerata da più parti la chiave principale del successo dei texani, a molti è sembrata la vera sorpresa dei Play Off, ma per chi lo segue da anni è stata solo una piacevole conferma del fatto che il ragazzo di Portorico ci sa davvero fare, come ha detto anche il presidente Obama nella telefonata per congratularsi un paio di giorni dopo il trionfo, con coach Carlisle.

T. CHANDLER   7,5:       L’uomo che ha cambiato il volto dei Mavs! Vero leader indiscusso della difesa texana, guida i compagni con saggezza e maestria, soprattutto nei minuti finali dove Dallas serra le fila e il livello di allarme passa da DEFCON 1 a DEFCON 7. “Not in my house!!”, è il grido di guerra del grande Tyson quando le partite volgono al termine. Bosh gli crea più di un semplice grattacapo, ma lui non si scompone. Disputa una favolosa 5° partita dove realizza 13 punti e cattura addirittura 16 rimbalzi. Fantastica inoltre la calma con la quale ha gestito queste 6 partite: da sempre afflitto da problemi con i falli (oltre che fisici), viene addirittura lasciato solo dal compagno di squadra Haywood a partire da Gara 2, a causa di un infortunio. Svolge dunque un lavoro immane giocando più del dovuto, ma stringe i denti e alla fine risulta decisivo e determinante per la vittoria finale. Ottiene la sua rivincita personale contro chi a soli 28 anni lo dava per finito, rotto e non in grado di fare la differenza come  faceva quando era a New Orleans, quando con Chris Paul alla regia, dava spettacolo soprattutto in azioni di alley oop, azioni che ha ripetuto quest’anno con Kidd.

J. KIDD                7,5:   Il giocatore più geniale dal punto di vista della visione di gioco degli ultimi 15 anni, riesce finalmente a raggiungere l’obiettivo della sua vita sportiva. A 38 anni non gli si può chiedere una continuità di rendimento elevata, ma Giasone soffre, corre, lotta e inventa come se fosse un ragazzo di 18 anni. Si sfianca e suda alla grande in difesa su Wade e Chalmers e sprona i suoi compagni ad ogni azione. Perde qualche palla di troppo nelle prime 3 gare e raggiunge il punto più basso dal punto di vista delle sue prestazioni in queste finals alla 4° partita, dove non realizza nessun punto e mette a referto solo 3 assist. Da lì in poi, è un capolavoro in tutto quello che fa! Distribuisce palloni e inventa quelle giocate che lo hanno reso famoso lasciando di stucco i suoi avversari. Difende, attacca, lotta a rimbalzo e non perde più un pallone. Decisivo in Gara 5, e soprattutto in Gara 6 quando Miami cercava di rifarsi sotto, con un paio di giocate da fenomeno qual è: da incorniciare un canestro ignorante da quasi 8 metri, con gli Heat che erano ritornati da -9 a -4, che stronca sul nascere gli entusiasmi degli uomini di Spoelstra. Esempio da seguire per tutti i giovani che si avvicinano a questo sport, nel corso degli anni è riuscito a migliorarsi in uno dei pochi aspetti del suo gioco che non era proprio il massimo: il tiro da 3. Sono ormai 2-3 anni infatti, che Kidd è diventato un tiratore da 3 eccelso anche in momenti cruciali di partite importanti. Un prossimo Hall of Famer, anche se si spera il più tardi possibile.

S. MARION         7,5:   Inizia in modo imperioso! Percentuali al tiro da lasciare ad occhi aperti e intensità in campo ai limiti dell’incredibile. Ad un certo punto, causa più problemi lui che Dirk. Capovolge gli scenari che tutti avevano pronosticato prima dell’avvio della finalissima. Non è James a metterlo in difficoltà, ma è lui che invece fa quello che vuole. A rimbalzo è una furia, soprattutto in attacco Nella seconda partita tiene da solo a galla i texani, che se si trovano sotto di “soli” 15 punti a poco più di 7 minuti dalla fine, lo devono quasi esclusivamente al suo grande lavoro in entrambi i lati del campo. Da lì in poi ci penserà la combo Wunderdirk-Jet a ribaltare miracolosamente il risultato che sembrava ormai acquisito per le fiamme delle Florida. Si concede una pausa in Gara 3, ma torna prepotentemente alla ribalta nel 4° match, dove con i suoi 16 punti finali contribuisce in modo sostanziale alla vittoria finale dei Mavs. Il suo rendimento cala dalla 5° partita in poi, anche perché altri giocatori che fino a quel punto avevano deluso (Barea su tutti) si svegliano ed entrano in rotazione, causando una riduzione dei minuti sul parquet di “The Matrix”. Grande seconda parte di carriera dunque per Shawn, che fa ricredere molti dei suoi detrattori, i quali non lo ritenevano in grado di fare squadra ed erano convinti che fosse capace soltanto di giocare un basket fine a se stesso e alle giocate spettacolari, cosa in cui Marion, da sempre, non deve prendere lezioni da nessuno.

J. TERRY             8:     Prima dell’inizio del campionato ormai archiviato, lo scorso Ottobre, si era tatuato sul bicipite del braccio destro il Larry O’Brien Trophy, il trofeo dei campioni NBA: qualcuno lo aveva preso per matto, altri conoscendo il suo carattere iper giocoso ci avevano scherzato su, pensando ad uno dei soliti scherzi di questo grande personaggio, fatto sta che alla fine il “matto” ha avuto ragione. Lui ci credeva e non ha mollato, e alla fine è stato ripagato dalla gioia più grande. Da sempre ago della bilancia della squadra, se lui gioca bene difficilmente i texani soccombono e questa regola si è confermata anche in questi straordinari per lui, Play Off. Inizia abbastanza bene nel primo turno contro i Blazers, ma era solo il preludio a quello che sarebbe accaduto da lì a poco, al turno successivo contro i lacustri. Terry infatti, era una bomba pronta ad esplodere e il tuono assordante della deflagrazione avvenuta contro i Lakers, difficilmente sarà dimenticato in California. Gioca una serie stellare, raggiungendo l’apice in Gara 4 dove mette a segno 9 bombe su 10 tentativi (record assoluto in Post-Season, detenuto in coabitazione con Rex Chapman, Vince Carter e Ray Allen). Gioca ad alti livelli anche la serie con i Thunder. Si arriva così alla finalissima. Alla vigilia della prima partita dichiarò:”Voglio proprio vedere se LeBron James sarà in grado di marcarmi!”. Parte in sordina e nelle prime 3 gare non incide molto, a parte in Gara 2 dove tira fuori dal cilindro due canestri consecutivi per riportare i Mavs in linea di galleggiamento dopo che erano sprofondati a -15, e contribuisce nel finale al clamoroso ribaltamento che porterà i texani a vincere il 2° match. Dalla 4° in poi è spettacolo puro di Jumper e Clutch Shot. James è letteralmente annichilito, non sa più cosa fare! Gli spara in faccia di tutto e addirittura in Gara 5 con la partita in bilico e con la mano del Prescelto attaccata al suo viso, tira fuori una bomba da 8 metri per chiudere il punteggio. Nel match cruciale in pratica da solo, tiene il punteggio in parità, visto le enormi difficoltà al tiro in questa partita del cittadino di Wurzburg. Assolutamente l’MVP di Gara 6. Giocatore straordinario, 6° uomo dell’anno nel 2009, è rimasto nel limbo troppo tempo, ma alla fine ha fatto vedere al mondo intero di che pasta è fatto. La pasta dei fuoriclasse. Dopo la conclusione della partita è un vulcano in piena. Ne ha per tutti, ed in particolare dalla sua bocca esce spesso la parola “vendetta”, riferendosi alle brutte, cattive e viscide lingue che nel 2006 lo etichettarono come principale colpevole dell’incredibile sconfitta dei Mavs in quella finale.

D. NOWITZKI    9:       Beh che dire! Non ci sono davvero parole per descrivere l’immensità con la quale ha disputato questi Play Off. Leader in tutto e per tutto, assoluto dominatore della scena, di diritto entrato nella leggenda di questo sport accanto ai più grandi di sempre, signori ecco a voi il cestista più forte del pianeta! Gioca fino alla finale con statistiche astronomiche: quasi 30 di media e quasi 10 rimbalzi a partita, con una percentuale al tiro costantemente al di sopra del 50%. Roba da paura soprattutto l’ultimo dato! I freddi numeri buttati così, comunque, non riescono a far capire con esattezza l’impatto sul gioco di questo straordinario atleta di 213 cm per 111 Kg. Nei suoi 13 anni di NBA ha realizzato tantissime imprese che saranno tramandate ai posteri, ma questi Play Off hanno il gusto di qualcosa di epico: spadroneggia sul parquet sia contro i Blazers che contro i Lakers, e in Finale di Conference contro Oklahoma, Dirk non è più un fenomeno del basket, è letteralmente un alieno sceso sulla terra! In Gara 1 ne fa 48 (24/24 al tiro libero che è anche il nuovo record assoluto per il campionato americano), ma quella che rimarrà per sempre stampata a caratteri cubitali nella storia della NBA è la Gara 4 di questa serie: con i texani sotto di 15, a 5 minuti dalla fine, il tedesco inizia a giocare un altro sport lasciando tutti a bocca aperta con una serie di canestri impossibili, portando la sua squadra all’incredibile vittoria all’Over Time. Difficilmente si rivedrà una cosa del genere su un campo di basket! Nella serie conclusiva contro Miami si fa male nella 1° partita, procurandosi una lesione al tendine del dito medio della mano sinistra che sarà immobilizzato con una speciale fasciatura per le restanti 5 partite, ma lui, da buon teutonico non demorde. Nel secondo incontro, compie l’ennesimo capolavoro della sua carriera: con i Mavs sotto di 15, a 7 dalla fine, improvvisamente si “accende” Terry e trascina con se i suoi compagni fino all’86-90. Un recupero nel quale il biondo di Germania non aveva contribuito nel punteggio. Mancano a questo punto meno di 3 minuti alla fine, e da lì in poi Dirk entra in “the zone”, il momento cioè dove i grandissimi entrano in una dimensione tutta loro, in un mondo parallelo che dista milioni di anni luce da quello dei comuni mortali . Il palcoscenico è tutto suo, realizza un jumper, un lay-up, una bomba da 3 e il canestro finale del 95-93. 9 punti tutti in un amen che stendono Wade & Co. Alla vigilia di Gara 4 viene colpito da una forte forma influenzale ed entra in campo con 38,5 di febbre dopo che aveva passato tutta la giornata a letto (il ricordo va al 97’, con Jordan che viene colpito da  una febbre intestinale, che lo aveva debilitato a tal punto da reggersi a malapena in piedi, ma ciò nonostante, fu capace di realizzare 38 punti e stendere i Jazz di Malone & Stockton in quella cruciale Gara 5 con la serie che era sul 2 pari!).  E’ un supplizio: coach Carlisle lo fa stare in campo il meno possibile, ma non può permettersi di farlo riposare più di tanto. Il tedesco soffre a vista d’occhio, stringe i denti, anche se ad ogni time out si accascia sulla sedia e tossisce copiosamente mentre viene coperto da asciugamani per far calmare i brividi di freddo che attraversavano il suo corpo. La squadra però c’è! Tutti danno una mano, ma alla fine non possono prescindere dal loro leader massimo che infatti, risponde ancora presente e nel 4° quarto realizza 10 dei suoi 21 punti finali con annesso tiro della vittoria. In Gara 6 è stranamente anonimo per tutto il primo tempo. L’emozione o qualcos’altro gli gioca un brutto scherzo, fatto sta che con un orrendo 1/12, il cittadino di Wurzburg non riesce proprio ad entrare in ritmo. I compagni però si fidano di lui, aspettano il loro generale che puntualmente ritorna in auge nel secondo tempo e soprattutto, ovviamente,  negli ultimi 12 minuti finali. Il resto è storia; Nowitzki esce dal campo prima del suono della sirena e fugge negli spogliatoi lontano dai riflettori e dai flash delle macchine fotografiche. Lui è fatto così: una stella assoluta risplendente nel firmamento cestistico, ma un anti-star dal punto di vista dello show-business. Ovviamente tutti i tifosi vorrebbero vedere la propria squadra vincere, ma in questo caso non è un’eresia dire che la vittoria dei Mavs e del tedesco in particolare, abbia reso felici un pò tutti gli amanti del gioco, perché l’impresa del biondo con il numero 41 sulle spalle, non è solo una vittoria di un grande giocatore, ma è anche e soprattutto la vittoria di un uomo che ha perseguito il sogno di una vita, di un uomo di grandi valori morali che non ha mai tradito la gente che gli ha sempre voluto bene, rimanendo per ben 13 lunghi anni sempre nella stessa squadra e nella stessa città, cosa rarissima in questo mondo e in questa lega. Ha vinto contro tutto e contro tutti: contro quelli che nel 2003 lo accusarono di scarso coraggio, perché nella Finale di Conference (poi persa 4-2 contro gli Spurs) dopo essersi distorto un ginocchio in Gara 3, saltò le rimanenti 3 partite, anche se forse avrebbe potuto giocare solo l’ultima, ma lui non se la sentì di rischiare; contro quelli che dopo la clamorosa sconfitta del 2006 lo accusarono di scarsa personalità e mancanza di leadership nei momenti cruciali delle partite; e infine contro quelli (compreso il sottoscritto ahimè, che però lo faceva a fin di bene) che ogni anno gli consigliavano di cambiare aria e andare via da Dallas e cercare di unirsi a qualche altra stella per vincere il tanto sospirato anello, visto che comunque anche altri super fenomeni come Jordan, Magic, Bird o più recentemente Duncan e la coppia O’Neal-Koby si son sempre fatti aiutare da altre grandi star come Pippen, Jabbar, McHale, Parker etc. per raggiungere il grande obiettivo. Beh, invece Dirk ha infranto anche questa “legge” trionfando si con una grande squadra, ma comunque priva di altre grandi stelle, rendendo così la sua vittoria ancora più unica e speciale. Da libro cuore infine, l’abbraccio con il suo mentore, il suo allenatore personale, quel Holger Geschwindner che lo scoprì a 16 anni in una partita di selezioni giovanili in un paesino freddo della baviera, l’uomo che gli ha insegnato tutto e che per Dirk è una sorta di secondo padre.

R. CARLISLE     9:        Grazie a questa stupenda vittoria coach Rick, o meglio, la fotocopia di Jim Carrey come amano definirlo negli States, visto la straordinaria somiglianza con l’attore hollywoodiano, diventa l’undicesimo uomo ad aver vinto l’anello sia come giocatore (con i Celtics di Bird), sia come allenatore. Il “coach dell’anno 2002-03” con i Pistons, ha inciso profondamente sulla vittoria dei suoi ragazzi, trasformando la sua squadra soprattutto dal punto di vista difensivo (esemplare la difesa a zona dei Mavs) e disegnando nuovi schemi in attacco per tutti i tiratori del team, in particolare Butler e Terry, pretendendo soprattutto da quest’ultimo, costanza e concentrazione; ha rigenerato i veterani Marion e Kidd e ha inculcato in tutti gli elementi una grande convinzione nei propri mezzi che alla fine è risultata decisiva (vedesi a tal proposito il rendimento di Barea). Grande idea quella di sfruttare gli scarichi di Nowitzki (utilizzato moltissimo quest’anno da tale punto di vista, grazie anche ad un ulteriore miglioramento di Dirk nella visione di gioco), e limitare i suoi tiri nei primi 2 quarti cercando di coinvolgere tutti gli elementi a disposizione. Notevoli i suoi meriti, soprattutto perché i Mavs sono stati destabilizzati più volte da infortuni nel corso dell’anno anche piuttosto gravi, e in punti chiave della squadra come Butler, ma ogni volta ha saputo “rimodellare” i suoi schemi adattandoli a seconda delle circostanze. Durante i Play Off ha saputo trovare delle alchimie tattiche da applicare partita per partita, mettendo in crisi tutti i suoi colleghi, Phil Jackson su tutti. Il capolavoro tattico di Carlisle a tal riguardo, lo mette in atto in Gara 4 della finalissima, rinunciando alla guardia (Terry ) dall’inizio e giocando con Barea e Kidd in quintetto dal primo minuto. Un azzardo direbbero in molti: invece ha avuto ragione per l’ennesima volta.

Posted by Don

domenica 24 luglio 2011

Rumors from Turkey

Dopo la notizia dell'altro giorno in cui si diceva che lo staff di Bryant aveva contattato quelli del Besiktas ecco che arriva un piccolo passo indietro perchè ora la versione più accreditata è quella che vede la crew del Mamba in ascolto solo per valutare le offerte della dirigenza turca. Allo stato attuale, quindi, KB24 non è vicino ad alcun accordo però il fatto di ascoltare le proposte che arrivano dall'Europa mette in fibrillazione i tifosi di tutto il mondo che potrebbero vedere il più forte giocatore di basket calcare i parquet vicino casa. Le cose probabilmente non stanno così e molti pensano che si tratti solo di una mossa studiata a tavolino per mettere sotto pressione la lega e cercare di accelerare le trattative per far rientrare il lock-out. Dopo la partenza di D-Will l'NBA non può permettersi di perdere un pezzo da novanta come il 24 perchè se si sposta uno di questi gli altri seguono a ruota e poi allora diventa complicato fermare l'emorragia.

venerdì 22 luglio 2011

Fireworks for Besiktas

Torniamo ancora una volta a parlare del Besiktas e questa volta lo facciamo perchè se venisse confermata la notizia, sarebbe di quelle da far tremare la terra. Coach Ataman ha dichiarato che l'entourage di Kobe avrebbe contattato i vertici della società turca per sondare il terreno e preparare l'eventuale sbarco del Mamba in terra bizantina. Dopo aver messo sotto contatto D-Will, dopo aver contattato Vujacic, la squadra turca vuole fare il botto e in un colpo solo prendersi lo scettro di regina del mercato interplanetario del basket e il miglior giocatore al mondo. Roba da far invidia a chiunque. La volontà purtroppo non basta per cui i turchi stanno lavorando con gli sponsor per andare incontro alle richieste dello staff di Bryant che logicamente deve far fruttare al massimo lo spostamento da questa parte dell'oceano. Non si conoscono i dettagli ma solo sapere che i manager di Kobe hanno alzato il telefono per dire "Mr. Bryant giocherebbe" è una notizia che fa il giro del mondo in pochi secondi. Nei prossimi giorni vedremo se la notizia può diventare qualcosa di concreto o meno.

giovedì 21 luglio 2011

Biofuel, the paradox

Non c'è pace per chi vuole salvare il pianeta. Greenpeace denuncia il paradosso dei biocarburanti, da risorsa rinnovabile a minaccia per l’ambiente. Colza, soia e olio di palma, accelerano la deforestazione e il cambio d’uso dei suoli indiretto. L’allarme, lanciato dalla più famosa associazione ambientalista del pianeta, arriva a seguito di un’indagine effettuata su 92 campioni di diesel, di diverse compagnie, prelevati nelle stazioni di servizio di nove Paesi europei. Al termine dell’analisi, effettuata in Germania, è risultato che il diesel utilizzato in Europa viene regolarmente miscelato con i biocarburanti prodotti da colza, soia e olio di palma. “I più dannosi”, secondo gli studi di Greenpeace. Di chi è la colpa? Secondo gli ambientalisti, dovrebbe essere l’Europa, attraverso apposite leggi, a pretendere una distinzione tra i biocarburanti che aiutano il clima e quelli che invece sono un pericolo per il Pianeta. Il motivo? L’associazione richiama alcune valutazioni ufficiali dell’Unione Europea, secondo cui la produzione di biocarburanti da queste colture accelera la deforestazione e il cambio d’uso dei suoli indiretto. Per produrre cibo dovremo comunque deforestare altrove. “Questo, spiega Greenpeace, li rende più dannosi per il clima dei combustibili fossili”.

mercoledì 20 luglio 2011

NBA schedule 2011-2012

Anche se c'è il lock-out l'NBA vuole essere preparata e questa notte ha rilasciato il calendario della prossima stagione. Tecnicamente si parte l'1 Novembre con tre gare, come ovvio ci sono i campioni in carica che sfideranno i Bulls di Rose, l'altra gara sarà Houston - Utah per finire con due possibili protagoniste ad ovest, Oklahoma - Los Angeles. Saranno rispettate tutte le ricorrenze come la gara del Thanks Giving, quella di Natale, il Martin Luther King il 16 Gennaio e persino l'All Star Week-End, il tutto ovviamente sulla carta perchè fino a questo momento non si hanno notizie sulle trattative tra lega e giocatori ma si sa che dall'altra parte della pozza sono precisi e non vogliono farsi trovare impreparati nel caso in cui le cose dovessero magicamente volgere al meglio...

martedì 19 luglio 2011

Libro della settimana

"Tokyo soup" di Ryu Murakami

Nella pagina "Books" trovate la recensione.

Vujacic from Nets to Efes

E anche Sasha se ne va. La guardia dei New Jersey Nets ha firmato per i turchi dell'Efes Pilsen e dal prossimo anno, con opzione sul secondo, sfiderà D-Will sui parquet dello Stato della mezza luna. Ormai sono quotidiani gli annunci che danno per partenti i giocatori delle franchige NBA verso la Turchia che si sta muovendo velocemente per prendere tutti quegli atleti che sono intenzionati a non rimanere fermi la prossima stagione e che sono attirati da un bel gruzzolo di presidenti spirati. Al di la del cash c'è la voglia di non stare fermi un anno e la voglia di confrontarsi con un altro stile di gioco senza dimenticare l'ottimo livello del basket che si gioca da quelle parti. Williams e Vujacic hanno aperto la strada e staremo a vedere se altri giocatori seguiranno le orme dei due campioni NBA.

lunedì 18 luglio 2011

I went to MoMa and...


Interessante iniziativa del Museum of Modern Art di New York che chiede a tutti i visitatori un feedback. In pratica viene chiesto a chiunque entri nel museo di condividere su un foglietto brevi messaggi, disegni che raccontano la loro esperienza. Tutti i foglietti vengono pubblicati on line, questo serve per realizzare un'efficace campagna di comunicazione che prevede anche la possibilità di utilizzare questi foglietti per tappezzare autobus o gli stessi spazi del museo oltre che la creazione di banner che vengono utilizzati su internet. Tutto questo ovviamente ha fatto bene anche dal punto di vista commerciale incrementando le visite dei turisti ma anche per quanto riguarda la creatività dei singoli utenti che vengono spinti a creare messaggi originali e facilmente condivisibili. Qui trovate la bacheca in cui vengono pubblicati i commenti, I went to MoMa and... 

domenica 17 luglio 2011

D-Will plays for Besiktas

"Just made it official", con queste parole dal suo account Twitter D-Will ha comunicato al mondo che la sua scelta di giocare nel Besiktas è diventata realtà. Dopo molte indiscrezioni e poche conferme arriva l'ufficialità. Adesso c'è da vedere la reazione della "Lega" ma allo stato attuale Williams si trova già nelle condizioni di iniziare gli allenamenti e probabilmente non sarà solo perchè dal sito della squadra turca arrivano indiscrezioni anche su un altro possibile arrivo. Pachulia infatti sembra determinato a seguire la guardia dei Nets in questa avventura e sempre stando a voci dall'ex impero bizantino ci potrebbe essere anche un terzo arrivo di cui però al momento non si sa nulla. Coach Ataman aveva dichiarato di voler parlare con Kobe ma la cosa sembra essere poco fattibile per cui nelle prossime settimane attenderemo con ansia i movimenti del Besiktas che si pone in netto vantaggio rispetto alle compagini europee che sino ad ora non hanno messo le mani su nessun giocatore dell'NBA. Se non ci saranno ulteriori passaggi di giocatori, il Besiktas potrebbe sfoggiare una super squadra con cui vincerebbe a mani basse il campionato turco per poi approdare in Eurolega ma a quel punto bisogna vedere come si evolve il "lock-out gate" perchè se si risolvesse entro l'anno sia Williams che Pachulia dovrebbero far rientro nelle rispettive squadre lasciando i nuovi compagni nello sconforto, i tifosi incazzati neri e i dirigenti con molti milioni di dollari da pagare...

sabato 16 luglio 2011

Spotify, cloud in U.S.A.

Dopo la conferma nei giorni scorsi Spotify sbarca negli Stati Uniti, il servizio per lo streaming di musica attraverso la Rete è infatti disponibile negli States grazie agli accordi stretti con EMI, Universal, Sony e Warner, i quattro colossi dell’industria musicale a stelle e strisce. Parte dunque in questi giorni l’offensiva ad Apple, Google ed Amazon per la musica in "the cloud". In ballo c’è la spartizione di un mercato ancora in fasce ma in grado di rivoluzionare il mondo della musica digitale. Per conquistarne la più ampia fetta, Spotify propone ai propri utenti tre diverse offerte. Free, nessun canone, ciascun utente ha a disposizione 20 brani musicali al mese, esclusivamente da sistemi desktop. Unlimited, canone mensile pari a 5 dollari, musica illimitata, accesso esclusivamente da sistemi desktop. Premium canone mensile pari a 10 dollari, musica illimitata sia dal client desktop che da quello mobile. In questo modo, dunque, Spotify permette di assaggiare la propria offerta in maniera gratuita ed eventualmente passare alla versione completa in base alle proprie necessità. Il canone mensile, inoltre, potrebbe rappresentare il vero punto di forza del servizio. Sebbene un anno di accesso a Spotify risulti economicamente più costoso rispetto a quello di altri strumenti, la possibilità di accedere potenzialmente ad ogni brano presente nel catalogo delle 4 major coinvolte per 5 dollari al mese potrebbe stuzzicare l’interesse di molti utenti, attraendo a sé nuovi iscritti e allo stesso tempo dando un importante schiaffo alla pirateria. L’arrivo di un nuovo concorrente potrebbe inoltre accendere ulteriormente una competizione che già nel corso di questi mesi sta vivendo importanti cambiamenti, l’introduzione di iTunes Match da parte di Apple ha infatti rapidamente cambiato le carte in tavola, spingendo Amazon a rivedere la propria offerta per renderla ancora più appetibile agli occhi degli utenti. Se sarà guerra lo scopriremo tra un pò.

venerdì 15 luglio 2011

The Big Analyst?

Shaq non smette mai di stupire e lo fa anche adesso da giocatore ritiratosi qualche settimana fa. L'ultima idea del più grande centro della storia è quella di fare l'analista per una rete televisiva americana, ancora è tutto un work in progress ma siamo sicuri che alla fine riuscirà a sedersi accanto a nomi importanti della tv e a deliziarci con analisi tecniche e aneddoti che solo lui sa raccontare. Il mix è devastante, un giocatore dall'intelligenza straordinaria e uno show-man come pochi in un'unico corpo, ci sarà da divertirsi perchè non oso immaginare cosa potrà combinare un personaggio come lui a cui verrà data tanta libertà di espressione. Alcuni hanno chiesto a Shaq se questo fosse un modo per riavvicinarsi al basket giocato ma la risposta è stata negativa, dopo 19 anni passati sui parquet di tutto il mondo il 34 ha detto basta e non tornerà indietro, gli è stata offerta questa possibilità e lui l'ha presa al volo, senza pensarci e senza doppi fini. Da oggi in poi si dedicherà solo al lavoro di analista dalla battuta facile e tagliente e noi non vediamo l'ora di ascoltarlo per cui sintonizzatevi sull'NBA e godetevi lo spettacolo!

giovedì 14 luglio 2011

Google +

E' ancora presto per dirlo ma le statistiche sono soddisfacenti. La nuova creatura di big G potrebbe essere la killer application che si cercava da tempo e dare filo da torcere al più blasonato Facebook, visto che a distanza di pochi giorni dal lancio ufficiale il super social network di Mountain View ha raggiunto i 10 milioni di iscritti. Non male perchè solo negli ultimi giorni l'accesso era libero mentre all'inizio di questa avventura si poteva "entrare" solo su invito e questo può farci capire quali siano le reali potenzialità del nuovo prodotto di Google. Caratteristica innovativa è quella delle cerchie per cui si possono creare gruppi distinti di persone, amici - lavoro - amanti etc., il bello? Nessuno degli iscritti a una cerchia può vedere quello che avviene nelle altre formando così dei gruppi a tenuta stagna e mantenendo una certa privacy che non è possibile avere sul "concorrente". Ovviamente per arrivare a 750 milioni di iscritti la strada è ancora lunga e ci vorrà del tempo ma sembra che dopo tante batoste, vedi Buzz e Wave, la strada sia quella giusta, per cui non ci resta che aspettare e vedere come si evolverà la situazione. In questi giorni circolano in rete proiezioni che danno vicino il traguardo dei 20 milioni di utenti per questo fine settimana, vero o no poco importa perchè la vera notizia è la reazione positiva degli internauti che hanno accolto Google + con entusiasmo e considerandolo una valida alternativa a FB. Sicuramente chi è già iscritto a FB e si iscriverà anche a Google + non abbandonerà l'uno per l'altro ma li userà indistintamente prendendo il meglio da entrambi i social network. E voi? Già iscritti?

mercoledì 13 luglio 2011

Anche l'Nba piange

Oggi vi propongo un articolo di "The Voice" al secolo sua maestà Flavio Tranquillo che ci spiega, e chi meglio di lui, come stanno le cose nella lega più bella del mondo. Nell'attesa e nella speranza che un giorno il maestro si accorga di noi e magari ci degni di una visita vi lascio al suo articolo.

Che vi interessi o meno il basket Nba, probabilmente avete sentito parlare di lock-out. La traduzione, “serrata”, non aiuta a inquadrare con facilità la situazione. Proprio come nell’analisi del gioco, abbondano parole inglesi dal significato incerto che vengono spesso mal tradotte e mal contestualizzate. E allora, proviamo assieme a schiarirci le idee.
Lock-out. Come detto, trattasi di serrata. Quindi non di sciopero, bensì del suo omologo organizzato dai datori di lavoro. Significa che allo scadere del vecchio contratto collettivo, i 30 proprietari delle squadre Nba hanno deciso di “chiudere fuori” dai cancelli i propri giocatori rappresentati dall’Nbpa, l’Assogiocatori locale. La serrata, che da noi a differenza dello sciopero non è garantita dalla Costituzione, altro non è che un’arma di pressione nei confronti della controparte sindacale. “Io non incasso soldi, ma tu neanche: vediamo chi si stanca prima e scende a più miti consigli” è sostanzialmente il messaggio dei proprietari. Che agitano bilanci, contestati dai giocatori, che dimostrerebbero come 22 delle 30 società Nba chiudano l’esercizio in passivo. E che fanno sul serio, al punto da aver istituito una multa di 1 milione di dollari per qualsiasi rappresentante di un club che si macchi di un contatto, fosse anche limitato ad una telefonata o mail, con un proprio giocatore. Una situazione abbastanza paradossale per una Lega in salute che quest’anno ha avuto oltre 21 milioni di spettatori sui campi (sic) ed ha generato introiti per 4 miliardi e 300 milioni di dollari.
Salary cap. E’ la materia del contendere, e come potete immaginare trattasi di (neppure tanto vil) pecunia. La normativa al riguardo è assai complicata (qui per i più desiderosi di approfondire) ma si può semplificare e dire che con questa espressione si intende il totale degli emolumenti percepiti annualmente dai giocatori. Con il vecchio contratto, questa cifra era rappresentata da una percentuale (il 57 %) degli introiti totali della Lega. I giocatori sarebbero disposti a cedere qualcosa (arrivando attorno al 54 %) pur di non toccare la natura dell’attuale salary cap, che i tecnici definiscono soft e non hard.
Soft & Hard. In soldoni, è il caso di dirlo, un tetto salariale “morbido” è passibile di sforamenti, mentre quello “duro” non può essere sfondato. Dall’altra parte, invece, si chiede il salary capinflessibile e la garanzia che il profitto per i proprietari sia garantito (i giocatori controbattono che in qualsiasi settore del business il profitto è frutto delle scelte migliori e non di meccanismi che garantiscono gli investitori). Interessante notare che l’Nfl, la Lega di football americano, adotta ilsalary cap “hard” ma si trova anch’essa in regime di lock-out a poche settimane dal teorico inizio di stagione. Se non capite come sia possibile che le squadre siano in perdita col tetto salariale posto al 57 % delle entrate, la chiave sta proprio in quel “soft”. Per rimettere sotto contratto i propri giocatori infatti le squadre possono superare il limite imposto. Succede così che nonostante unsalary cap da 58 milioni per il 2010-2011 siano ben 10 (un terzo esatto) le franchigie oltre questo plafond, coi Lakers addirittura a quota 91 milioni e passa (qui per ulteriori informazioni).
Scenari. Dire adesso cosa succederà è impossibile. La partita di poker che le due parti stanno giocando è a carte rigorosamente coperte, e tutto quello che arriva all’esterno ha il sapore del bluff. La Lega deve comportarsi in maniera corretta, perché il diritto americano costringe chi impone il lock-out a negoziare “in buona fede”, pena l’annullamento coatto da parte di un Giudice della serrata. I giocatori rimangono sulle proprie posizioni e studiano le contromosse, tra cui potrebbe rientrare una migrazione verso altri continenti per mitigare gli effetti della pressione economica (lo straordinario Deron Williams ha firmato un contratto in Turchia). Non correte però troppo con la fantasia pensando di trovare entro qualche mese Kobe Bryant contro Lebron James in un palazzetto a qualche chilometro da voi. In realtà, facile che si arrivi in surplace fino a novembre per poi cominciare la vera trattativa, che si annuncia molto complicata. 13 anni fa l’accordo venne trovatoin extremis giocando una stagione regolare accorciata (50 gare invece delle canoniche 82): il bis è possibile, se non probabile.

Flavio Tranquillo da Il Fatto Quotidiano 

martedì 12 luglio 2011

Libro della settimana

"Il segreto del Graal" di Arthur Machen

Nella pagina "Books" trovate la recensione.

Internet slow

Le stanno pensando tutte per combattere la pirateria e questa volta hanno tirato fuori dal cilindro, che ormai sembra aver esaurito i trucchi, l'ennesima genialata. Per punire i pirati rallentano la connessione così da impedire il download illegale, vabbè convinti loro...Memore della Hadopi e del Digital Economy Bill, la Riaa ha inventato la "legge dei sei colpi" di cui i primi quattro di avvertimento e gli altri due no. In pratica dopo quattro "scusi lei sta violando la legge" i provider, in base agli accordi con la Riaa, potranno rallentare la velocità dei singoli utenti colpevoli di aver scaricato qualche file dalla rete. Roba dell'altro mondo! "Una mossa necessaria per fermare l’emorragia che costa ogni anno quasi mezzo milione di posti di lavoro e oltre 10 miliardi di euro di danni" dichiarano i responsabili di questa legge che pur di proteggere i loro interessi non esitano a colpire in modo subdolo tutte quelle persone che in rete scambiano e condividono idee. Questo ovviamente è il modo più semplice per cercare di porre rimedio al problema. Invece di trovare soluzioni nuove e alternative, come per esempio vendere su internet  a prezzi accettabili, fanno comunella con chi offre il servizio (che non si paga in base alla velocità...) e penalizzano l'utente a 360 gradi perchè chiunque sarà colpito da questo metodo assurdo dovrà fare i conti con la lentezza della sua linea per tutti i servizi che utilizzerà in futuro, per cui se uno scarica una canzone impiegherà un'ora per mandare una foto ad un amico a causa del taglio di velocità imposto dalle case discografiche. Nell'epoca di ITunes o Spotify che stanno spingendo il cloud per facilitare anche la condivisione dei brani musicali in modo free e share, questi rallentano le connessioni...

domenica 10 luglio 2011

Iran, censored internet

Solidarietà all'Iran. A breve i fratelli iraniani saranno tagliati fuori dal mondo a causa di una decisione idiota e senza precedenti che permetterà l'accesso a internet solo attraverso una rete intranet chiamata "clear web" voluta dal governo locale ed ispirato ai principi "halal", quindi in linea con la legge islamica. Questo filtro isolerà l'Iran dal mondo perchè si potranno trovare solo i contenuti voluti dal governo che censurerà messaggi immorali e politicamente scorretti. All'inizio del 2012 verrà anche lanciato un proprio motore di ricerca chiamato "Ya Haq" che vuol dire "Chiamando Dio", in questo modo milioni di persone verranno private della possibilità di condividere idee per non parlare del danno economico e commerciale. La cosa che più fa rabbrividire è che un governo di persone malate vuole piegare un popolo a principi atavici impedendo di fatto la libera circolazione di idee, cultura, e tutte le forme espressive che in questi anni ha creato il web. Ricordiamo che i fratelli iraniani non possono accedere alla maggior parte dei siti che noi usiamo tutti i giorni come Youtube, Facebook solo per citarne alcuni. Di questo passo e se tutto questo verrà effettivamente vedrà la luce ci sarà la ghettizzazione di un popolo la cui unica colpa è di non riuscire a liberarsi di un pazzo che ha preso il potere e vuole impoverire culturalmente un popolo che invece avrebbe tanto da dire e con il quale tutti noi potremmo e dovremmo confrontarci. Purtroppo il discorso non è così semplice come sembra perchè ci sono molti fattori che non è il caso di discutere in questo spazio, purtroppo non è solo un problema tecnologico e purtroppo non è una cosa risolvibile in poco tempo. La visione miope e deviata di alcune persone impedisce ad altre il confronto perchè a far davvero paura è la diversità che poi è un vincolo imposto dal nostro background e non dalla realtà degli esseri umani. Banalmente, forse, diciamo che siamo tutti uguali ma in realtà è così, le uniche differenze tra noi e gli altri sono le barriere create da noi stessi per una forma di ignoranza che ci condiziona e ci rende diffidenti verso gli altri. Invece di cercare il confronto per capire, spesso ci allontaniamo o allontaniamo per paura di vedere cosa c'è dall'altra parte facendoci condizionare. Cerchiamo di comprendere e non di criticare.

The end of Ming dinasty


Ed è arrivato anche questo giorno, forse il più agognato dal cinese dei Rockets che dopo anni e anni di infortuni ha deciso di ritirarsi a vita privata e godersi la salute che, per colpa delle sue fragili caviglie, era sempre più malandata. Yao ha smesso per avere la possibilità di continuare a camminare ed essere una persona normale per quanto puoi esserlo in Cina essendo stato il primo giocatore dello stato del fiume giallo ad aver varcato l'oceano per giocare con quelli forti. Prima scelta del 2002 ha giocato a Houston per 9 anni ma solo per le prime tre stagioni ha potuto dare il suo pieno contributo, da li in poi una serie infinita di infortuni lo ha costretto a giocare in media 50 partite a stagione e 5 nell'ultima non contribuendo alla causa della squadra texana. Al di la delle statistiche neanche tanto eccelse per un 2 e 20, Yao aveva dato a Houston una dimensione diversa perchè con lui a centro area era difficile per gli avversari entrare con facilità e vi assicuro che contro la "grande muraglia" erano pochi quelli che lo facevano senza vedersi rifiutato l'invito "in the zone". Con l'apporto di un altro grande pure lui a mezzo servizio, T-Mac per la cronaca, aveva portato i Rockets più volte ai play-offs rendendoli ostici per tutti, il tutto condito da un'ottima difesa che però rendeva le partite inguardabili da un punto di vista meramente spettacolare. Tra le tante cose buone fatte dal cinese c'è anche quella di aver aperto il mercato del grande impero agli yankees, in questo modo oltre ad avere un potenziale pubblico di centinaia di milioni di persone si è spianata la strada per le future generazioni di atleti che vorranno tentare il salto nella lega dei Pro a tutto vantaggio dei cervelloni del marketing NBA che sono dei veri e propri maestri e sanno vendere il prodotto. Da potenziale dominatore, Shaq permettendo, Yao è stato un buonissimo giocatore che però non è mai riuscito a dare quella spinta decisiva al suo gioco tanto da permettergli di essere annoverato tra i grandi del gioco, ed è un peccato perchè vedere uno di quella altezza e con quelle mani, vellutate è un eufemismo, che non è riuscito ad imporsi è un vero strazio. 

sabato 9 luglio 2011

D-Will in Turkey?

Ebbene si, la notizia è quella da far sobbalzare sul divano. Non per il protagonista che è pur sempre un signor giocatore ma perchè per la prima volta si potrebbe profilare lo scontro tra NBA e FIBA. Quando ci fu il lock-out nel 1998 nessun giocatore prese l'aereo per attraversare la pozza e giocare in Europa anche perchè le due federazioni non si pestarono i piedi ma questa volta gli europei potrebbero fare uno sgarbo ai cugini dell'altro continente. Il dilemma principale è quello relativo alla validità dei contratti perchè se guerra deve essere la Fiba deve avallare la proposta del Besiktas che ha contattato Williams offrendogli un contratto di un anno a 5 milioni di dollari ma da li in poi ci sarebbero problemi diplomatici difficilmente riconciliabili tra le due parti. Coach Ataman ha dichiarato anche di voler contattare Kobe, se fosse possibile, per chiedergli di giocare con D-Will in Turchia ma questo sembra impossibile. Certo è che se Williams prenderà l'aereo potrebbero seguirlo altri giocatori e li si aprirebbe una voragine perchè se da una parte comincerebbe la guerra tra NBA e FIBA, dall'altra ci sarebbe la possibilità di vedere giocatori che dopo una settimana sono costretti a ritornare in America perchè il lock-out è rientrato. Insomma sarebbe un casino di proporzioni bibliche.

venerdì 8 luglio 2011

Biofuel

Gli oceani potrebbero essere la maggiore fonte di biocarburanti. Questa notizia arriva da un gruppo di ricerca dell'università di Aberystwyth, secondo il quale le alghe sono un'alternativa interessante alle piante destinate alla produzione di biocombustibili. In particolare i ricercatori hanno esaminato una varietà di alga chiamata Laminaria digitata, dimostrando che è particolarmente adatta alla realizzazione di biocarburanti, soprattutto se raccolta in estate. Il risultato è stato presentato in Scozia nella conferenza della Società di Biologia Sperimentale. Analizzando la composizione chimica di campioni di alghe raccolti sulle coste del Galles, i ricercatori hanno infatti dimostrato che i concentrati di zuccheri per produrre biocarburanti, in queste alghe sono ideali in estate, in particolare nel mese di luglio. In questo mese infatti "i livelli di carboidrati e zuccheri solubili sono massimi e possono assicurare una buona fonte di zuccheri da convertire in etanolo nei processi di fermentazione", ha spiegato Jessica Adams, che ha coordinato lo studio. In questa stagione i metalli che possono inibire i lieviti sono bassi. Finora i ricercatori che lavorano ai biocarburanti si sono concentrati su piante coltivate sulla terraferma, tuttavia queste hanno il serio svantaggio di sottrarre terre coltivabili all'agricoltura per produrre cibo. Gli ecosistemi marini, dicono gli esperti, sono una fonte inutilizzata che conterrebbe il 50% delle biomasse del pianeta solo dalle alghe. "Le alghe marine, continua la Adams, in futuro potrebbero essere molto importanti per la produzione di energia". Questo è l'ennesimo invito ad abbondare il nucleare e i fossili in generale in favore delle energie pulite, noi saremo sempre vicini a tutti coloro che vogliono intraprendere questa strada e che sono sensibili al tema del rispetto di questo gnocco minerale che gira intorno al sole.

giovedì 7 luglio 2011

Reports of the NBA Finals 2011

Visto il lockout, ormai diventato realtà purtroppo, riviviamo le finals attraverso le pagelle delle squadre che quest’anno si sono contese il titolo. Partiamo dagli sconfitti: i MIAMI HEAT di coach Spoelstra. 

M. MILLER 4,5: Avrebbe dovuto dare la scossa alla squadra uscendo dalla panchina. Avrebbero dovuto darla a lui invece, una bella scarica elettrica da 220 volts almeno! Da sempre discontinuo ai limiti dell’impossibile, capace di fare grandi prestazioni al tiro per poi sparire alla partita successiva, questa volta invece si è solo confermato ad un livello mediocre, rialzando per un attimo la testa solo in gara 5, dove complici le difese più larghe è riuscito almeno ad infilare 3 bombe su 5 tentativi. 

M. BIBBY 4.5: C’era una volta un ottimo giocatore….Realizza 14 punti nel secondo match con 5/8 al tiro. Negli altri? Non è pervenuta segnalazione di azioni particolari. Nella partita decisiva per il titolo Spoelstra non gli fa vedere nemmeno il campo. 

M. CHALMERS 7: Hai capito il 25-enne nativo dell’Alaska! Buona presenza in campo e personalità da vendere. Si è preso anche delle responsabilità pesanti che avrebbe dovuto prendere qualcun altro (si veda a tal proposito gara 2, quando Nowitzki piazza la bomba del + 3 a meno di 30 secondi dalla fine e lui subito dopo risponde con la bomba del pareggio fissando il punteggio sul 93 pari). Capace di realizzare anche 2 canestri da metà campo (Gara 2 e Gara 4) si fa apprezzare anche sul piano caratteriale, facendo a sportellate con Stevenson (un tipetto per niente facile da digerire..). Esagera forse nella partita cruciale dove realizza si 18 punti, ma si prende dei tiri che non erano nelle sue corde soprattutto nel finale. 

J. ANTHONY 5: Utilizzato unicamente per marcare Dirk, fa quello che può contro il cestista più immarcabile del pianeta (almeno quando si innalza per sganciare il celeberrimo “tiro del cigno”), ovviamente con scarsi risultati, ma altri più dotati di lui hanno fatto la stessa figura sia in questa serie finale, sia in tutti gli anni di NBA del tedesco. Non ha particolari colpe. 

U. HASLEM 6,5: Anche lui utilizzato come body guard del tedesco e per gonfiare la retina all’occorrenza, fa come sempre un buon lavoro. Ci mette il solito impegno e finisce in crescendo. In gara 6, insieme a Wade, è l’ultimo a mollare, ma per quanto riguarda la difesa su Nowitzki vedesi Anthony, anche se è da segnalare l’ottima azione in marcatura alla fine di Gara 3, proprio sul tiro finale di Dirk che avrebbe portato tutti al supplementare. 

J. HOWARD 4,5: Ancora gioca????? 

C. BOSH 7,5: Inizia male (nelle prime 2 partite realizza si 31 punti in totale, ma con un 9/34 al tiro, che non è assolutamente il massimo, tanto più se vieni utilizzato come centro). Da gara 3 in poi (dove addirittura mette a segno il non facile tiro da post basso della vittoria), va in crescendo, ma proprio sul più bello viene utilizzato poco dai 2 “capi” della squadra che accentrano il gioco su loro stessi, dimenticandosi nel frattempo che l’ex Raptors stava comunque vincendo alla distanza il duello con Chandler. Ottime le sue prestazioni nelle ultime 3 partite, dove realizza rispettivamente, 24, 19, 19 punti con ottime percentuali al tiro e dando comunque un grosso contributo a rimbalzo. Cerca di limitare Dirk, ma i risultati sono i medesimi per tutti quelli che si son messi sulla strada del biondo. 

D. WADE 8,5: Mezzo punto in meno per la brutta scenetta messa in piedi con l’altro, per prendere in giro Nowitzki sulla febbre che lo aveva debilitato nel corso della serie. Vero ed unico trascinatore della squadra, giordaneggia nella difesa avversaria. Nessuno può marcarlo: ci prova Kidd, ma non lo vede nemmeno con il binocolo; ci prova Stevenson (utilizzato in ogni caso di più su James) nada. Uno contro uno non si può marcare, e questa è la caratteristica dei veri fenomeni. Coach Carlisle usa per la stragrande maggioranza del tempo la difesa a zona, unico modo per cercarlo di limitarlo: obiettivo direi raggiunto a pieni voti. Da segnalare la solita protezione nei suoi confronti da parte degli arbitri, che gli fischiano di più di quello che realmente meriterebbe, una critica che per anni lo ha contraddistinto e che certamente questa serie non ha smentito. In ogni caso quando uno dimostra di essere un alieno nel senso del gioco, è normale che ci sia “un occhio di riguardo” nei suoi confronti, ma è bene non esagerare. 

L. JAMES 3,5: Il voto è anche per tutto quello che si è portato dietro da anni e quello che ha combinato l’estate scorsa, quando in diretta tv annunciò “che avrebbe portato il suo talento a Miami”, come se fosse improvvisamente diventato il Messia del basket, e sempre in diretta tv dichiarò che a Miami avrebbe vinto “not one, not two, not three, not four, not five, not six, not seven ring... and what I say I really believe it”. Per ora siamo a 0 caro LeSol o Le Quit (come amano ora chiamarlo in America) e se Miami non ha vinto il titolo, tu sei il colpevole numero 1. Inizia le partite davanti la telecamera (ma guarda un pò!!) mostrando i muscoli, parlando e gridando in faccia ai compagni “We play the Miami Basketball”, volendo far vedere al mondo intero che lui era il leader della squadra, quando in realtà leader di questa squadra non lo sarà mai, perché Miami è il team di Wade: nel Miami Basketball era contemplato in ogni caso anche il tuo apporto che è clamorosamente mancato, ed essere un leader non significa farlo a parole e chiacchiere futili, servono i fatti caro Prescelto! Il suo score nei soli quarti periodi, ovvero dove i campioni si innalzano a livello di eroe, in 6 gare, è di soli 18 punti con un imbarazzante 6/19 dal campo. Cioè in media LeBron si è preso solo 3 tiri nel quarto decisivo sparendo totalmente dal campo nei minuti finali!! Pazzesco per uno che viene spesso accostato ai più grandi di questo gioco. In Gara 4 porta a compito il suo disastro mettendo nel cesto appena 8 punti. L’impressione è che ha limiti caratteriali enormi, e soprattutto sembra che i compagni non si fidino molto del suo tanto decantato talento. Lui che dovrebbe tirare, entrare, saltare, realizzare, si trasforma in un play o peggio ancora in un semplice portatore di palla; scarica tutte le responsabilità nelle mani di Wade e Bosh, e addirittura Chalmers ha più personalità di lui nel prendersi dei tiri che in realtà non gli spettano. Lo si vede praticamente solo nella propria metà campo quando cerca di limitare Terry con risultati pessimi, e ciò costituisce un aggravante di non poco conto, perché lo ridimensiona anche dal punto di vista difensivo. La sua media punti scende da 26, 7 della Regular Season a 17,8 nelle finals. -8,9 punti: la più alta della storia. C’è da aggiungere altro? Ah si, da incorniciare anche la cretinata di sfottere Nowitzki per la febbre (si perché l’idea è stata sua..), uno che ha dimostrato cosa significa essere fuoriclasse assoluto, anziché perdere tempo con scimmiottamenti e stupidate davanti le telecamere. Delusione totale. 

E. SPOELSTRA 5,5: L’impressione è che non potesse fare molto altro. E’ stato bravo durante tutto l’anno a far convivere 3 pezzi da 90 come quelli. Ha incontrato delle difficoltà iniziali alle quali sembrava aver posto rimedio. E ciò veniva confermato anche dallo spaventoso rendimento nei Play Off, dove fino alla finale Miami ha perso solo 3 incontri. Ci son delle cose però che non hanno convinto. Innanzitutto il minutaggio spropositato di James (in media 43 minuti in 6 partite!!!) e ciò avrà influito anche un pò sul rendimento del giocatore stesso. Inspiegabile poi l’accantonamento di Ilgauskas accoppiato a quello di Dampier (va beh, quest’ultimo non avrebbe inciso comunque), soprattutto considerando il fatto che sotto i tabelloni gli Heat hanno avuto quasi sempre la peggio. L’impiego del lituano avrebbe dato fiato agli altri elementi della squadra e in più avrebbe potuto mettere di tanto in tanto anche qualche canestro visto la buona mano che si ritrova. Si è notata inoltre, una certa mancanza di “durezza” verso alcuni elementi: James su tutti, andava preso ad urli ad un certo punto, invece di continuare ad “accarezzarlo”. Tardivo l’ingresso in Gara 6 di House al posto di un deludentissimo Bibby, e quanto meno discutibile la completa dimenticanza di James Jones, l’uomo che aveva contribuito a scardinare la difesa dei celtici. Infine quando proprio tutto stava andando a rotoli, e visto che proprio nessuno riusciva a prendere il tedesco sul primo passo, avrebbe potuto tentare di cambiare la marcatura sul biondo mettendoci James sulle sue orme. Tanto, come già detto in precedenza, la marcatura di The King (dei perdenti!!!) su Terry, era andata a farsi friggere visto che la guardia dei Mavs ormai, con la palla in mano, faceva quello che voleva. 

S.V. : Norris Cole, Erick Dampier, Eddie House, Zydrunas Ilgauskas, James Jones, Jamaal Magloire, Dexter Pittman

Posted by Don

mercoledì 6 luglio 2011

Germany uber alles?

Dopo aver fatto incetta di premi e di coccole da parte dei suoi concittadini, il tedesco l'ha buttata li. Sarà ai prossimi europei con la sua Germania e come se non bastasse sarà anche avversario dell'Italia dei tre americani. L'Italia infatti è nel gruppo con la Francia, che ha 6 giocatori nba, Israele, Lettonia, Serbia, oltre che la già citata Germania. La scelta di giocare con la sua nazionale è dovuta anche al fatto che le finaliste andranno direttamente alle Olimpiadi senza passare dalle qualificazioni ed è un'occasione troppo ghiotta per potervi rinunciare, per cui dopo che avrà curato i malanni che lo hanno afflitto per buona parte dei play offs, Dirk si schiererà al fianco dei compagni per provare a fare qualcosa di straordinario e cioè vincere l'Europeo. Ovviamente non sarà facile perchè ci sono molte nazionali fortissime tra cui la Russia, oltre a Francia e Serbia ma ormai Wunderkid ci ha abituati all'impossibile e per questo motivo i suoi tifosi si stanno preparando per dare il massimo apporto ai loro beniamini guidati dall' MVP delle ultime Finals. Sarà dura ma lui ce la metterà tutta per portare alla vittoria i suoi. Ora non ci resta che aspettare e gustarci il tutto, dal 31 Agosto al 18 Settembre in Lituania.

martedì 5 luglio 2011

Libro della settimana

"Cane mangia cane" di Edward Bunker

Nella pagina "Books" trovate la recensione

Tecnologie rinnovabili, si per gli altri.



Il futuro arriva dall'Australia. L'università di Melbourne ha messo a punto un sistema per produrre pannelli solari ultraleggeri che possono essere pitturati o stampati. Sono stati messi a punto grazie alle nanotecnologie, potranno essere installati sugli edifici e sono ottenuti con celle solari talmente piccole da poter essere sospese in un liquido. I pannelli sono composti di nanocristalli del diametro di pochi milionesimi di millimetro e utilizzano appena l'1% dei materiali necessari per i pannelli convenzionali. Le celle stampabili e flessibili potranno ridurre sostanzialmente il costo dell'energia rinnovabile, afferma il capo del progetto. La tecnologia brevettata e' basata su inchiostri contenenti i nanocristalli, scegliendo la giusta combinazione di inchiostro e superficie, che sia vetro, plastica o metallo, e' possibile creare cellule solari efficienti usando pochissimo materiale o energia. I pannelli possono essere integrati negli edifici durante la costruzione e diventare parte delle finestre o del tetto. I nanocristalli sono particelle semiconduttrici di un materiale detto cadmio telluride, che ha forti capacita' di assorbimento della luce. Grazie alle loro dimensioni microscopiche, le particelle rimangono sospese nella soluzione e possono essere cosi' applicate su una varieta' di materiali. Asciugandosi, gli strati di nanoparticelle formano una pellicola e depositando diversi strati di pittura si possono correggere le irregolarita' che possono comparire durante il processo di asciugatura. Il risultato e' una pellicola densa e uniforme, ideale per formare pannelli solari ultraleggeri. La tecnologia non si limita alle celle solari, puo' essere usata per creare versioni stampabili di altri congegni elettronici, come diodi emittenti di luce, laser o transistor. A noi tutto questo però non interessa perchè l'Italia è convinta che il nucleare sia il futuro.

lunedì 4 luglio 2011

The five pillars of Google

Dalla Silicon Valley arrivano notizie interessanti, Google infatti in questi giorni sta testando un nuovo social network con servizi così innovativi da far pensare alla preistoria quando si parlerà di Facebook. La nuova piattaforma sarà costituita da 5 pilastri. "Circles" che consente di creare dei gruppi di amici "intimi" con i quali condividere immagini, commenti e video. La differenza con Facebook sta nell'essere un sistema aperto infatti non è necessario esser iscritti a Google+ per far entrare qualcuno nel circolo di amici, basta un indirizzo di posta elettronica. "Sparks" che è un servizio di news che sulla carta sembra essere molto potente. Una volta impostati gli argomenti che più ci interessano, il sistema ci invia in automatico video, aggiornamenti dai blog e siti di news a getto continuo, usando un algoritmo che pesca da una pluralità sconfinata di fonti. "Hangouts", è uno spazio di condivisione di documenti di ogni tipo, di chat e videochat, che dovrebbe consentire fino a dieci persone di lavorare online contemporaneamente. "Istant Upload" con cui si potranno inviare automaticamente foto e video dal proprio cellulare al nostro album online che viene condiviso con il circolo di contatti. L'unica decisione da prendere, in poche parole, è scegliere chi ha accesso alle immagini e chi no. "Huddle" nasce con l'idea di poter costruire dei piccoli gruppi di persone ai quali è possibile mandare lo stesso sms. E' una sorta di chat istantanea ristretta, utile quando si tratta di doversi coordinare con vari amici. Questa è la dichiarazione di Google a proposito del servizio Hangouts, "In attesa dell'arrivo del teletrasporto, è la cosa più grossa in circolazione". Che Big G stia per svelare il santo Graal?

domenica 3 luglio 2011

Dirk, the king of Wurzburg



Dirk è tornato in patria e contrariamente a quello che recita il famoso verso latino "nemo propheta in patria" lui è il profeta eccome! Certo, ha macchiato la giornata facendo il recidivo cantando ancora una volta "We Are The Champions", stonando di nuovo, ma i suoi concittadini gli concedono tutto, e ci mancherebbe dopo che ha messo sulla mappa questa piccola cittadina tedesca che ora verrà ricordata come terra natale del più grande giocatore di basket tedesco di ogni epoca, nonchè MVP della lega e delle finals 2011, insomma un tripudio. Dirk è stato accolto come un capo di stato e il suo nome risuonava ovunque, ma c'è amarezza perchè rischiamo di non vederlo giocare la prossima stagione a causa dell'imminente lock-out che sta per investire la lega e gli appassionati di questo splendido gioco. Per capire bene cosa intendo quando parlo di accoglienza da capo di stato guardate il video che ci è stato segnalato, come sempre quando si parla di Nba, dal Nostro Don.

sabato 2 luglio 2011

No more time for internet in Italy?

Leggete con attenzione perchè questa cosa riguarda tutti coloro che vogliono continuare ad essere liberi di esprimere le loro opinioni sul web, non ci sono colori politici e questo blog, con tutti i suoi autori, non ha alcuna intenzione di entrare in questioni politiche perchè la libertà non ha ne colore ne schieramento. Noi, come tutti gli altri blogger o gestori di siti, vogliamo solo continuare a fare ciò che ci piace senza filtri e censure per cui ci battiamo per una libera informazione, a qualunque livello essa sia. Di seguito trovate uno dei tanti comunicati che girano in internet, questo in particolare è del sito www.avaaz.org 


Cari amici,

Il nostro governo ha lanciato un nuovo attacco alla libertà di accesso all'informazione, e fra qualche giorno un organo amministrativo sconosciuto ai più potrebbe ricevere poteri enormi per censurare internet. L’Autorità per le comunicazioni, un organo di nomina politica, sta per votare un meccanismo che potrebbe perfino portare alla chiusura di qualunque sito internet straniero - da Wikileaks a Youtube ad Avaaz! - in modo arbitrario e senza alcun controllo giudiziario. Gli esperti hanno già denunciato l’incostituzionalità della regolamentazione, ma soltanto una valanga di proteste dell’opinione pubblica può fermare questo nuovo assalto alle nostre libertà democratiche. Non c'è tempo da perdere. La prossima settimana l'Autorità voterà la delibera, e se insieme costruiremo un appello pubblico enorme contro la censura su internet potremo fare la differenza. Inondiamo i membri dell'Autorità di messaggi per chiedere di respingere la regolamentazione e preservare così il nostro diritto ad accedere all’informazione su internet. Agisci ora e inoltra l'appello a tutti! Negli anni Berlusconi ha cercato più volte di controllare l’informazione su internet, ma finora i suoi tentativi sono sempre falliti. Ora, lontano dai riflettori, il governo ha la possibilità concreta di espandere i suoi tentacoli sulla rete, a meno che i cittadini non alzeranno la voce per fermarlo. La nuova regolamentazione permetterebbe all'Autorità per le Comunicazioni di rimuovere contenuti sospetti di violazione del copyright da siti internet italiani senza alcun controllo giudiziario. Ancora peggio, la pubblicazione di una canzone o di un testo sospetto potrebbero perfino portare alla chiusura di interi siti internet stranieri, inclusi siti d’informazione, portali di software libero, piattaforme video come YouTube o d’interesse pubblico come WikiLeaks. Se approvata, la nuova regolamentazione garantirebbe di fatto poteri legislativi e giudiziari a un organo amministrativo le cui funzioni dovrebbero essere esclusivamente consultive e di controllo, aprendo così la strada a un processo decisionale arbitrario e incontrollato. L'Autorità, nella speranza di passare inosservata, sta velocizzando al massimo la decisione, che è prevista per la prossima settimana. Ma insieme possiamo costruire un enorme grido pubblico e convincere i membri chiave dell'Autorità che sono ancora indecisi a opporsi alla regolamentazione e rimandare così la questione all'unico organo che ha i poteri costituzionali per legiferare sulla materia: il Parlamento. Manda un messaggio ora e inoltra l'appello il più possibile. I governi sono sempre più impauriti da internet, che è diventato uno strumento per aprire il dibattito pubblico e per la mobilitazione dei cittadini, e stanno cercando così di imporre regole più strette di censura. Ma i cittadini stanno rispondendo, come in Gran Bretagna, dove l'opposizione dell'opinione pubblica ha costretto il governo a ritirare la legislazione sul copyright che voleva mettere un bavaglio alla rete. In Italia lo scorso anno siamo riusciti a fermare la "legge bavaglio" liberticida. Vinciamo di nuovo!

venerdì 1 luglio 2011

Lock out is here

Fino a quando non si troverà un nuovo accordo sul contratto collettivo i nostri eroi incroceranno la braccia e non vedremo all'opera gli atleti più spaventosi della terra, non sono bastati i negoziati di ieri per far raggiungere un accordo tra le parti per cui, amici, niente basket fino a nuovo ordine. Questo è il comunicato ufficiale dell'NBA.

The National Basketball Association announced that it will commence a lockout of its players, effective at 12:01 am ET on July 1, until a new collective bargaining agreement is reached with the National Basketball Players Association. "The expiring collective bargaining agreement created a broken system that produced huge financial losses for our teams," said NBA Deputy Commissioner Adam Silver. "We need a sustainable business model that allows all 30 teams to be able to compete for a championship, fairly compensates our players, and provides teams, if well-managed, with an opportunity to be profitable." "We have made several proposals to the union, including a deal targeting $2 billion annually as the players' share -- an average of approximately $5 million per player that could increase along with league revenue growth," said Silver. "Elements of our proposal would also better align players' pay with performance." "We will continue to make every effort to reach a new agreement that is fair and in the best interests of our teams, our players, our fans, and our game." During the lockout, players will not receive their salaries; teams will not negotiate, sign or trade player contracts; players will not be able to use team facilities for any purpose; and teams will not conduct or facilitate any summer camps, exhibitions, practices, workouts, coaching sessions, or team meetings.
By NBA.com