giovedì 7 luglio 2011

Reports of the NBA Finals 2011

Visto il lockout, ormai diventato realtà purtroppo, riviviamo le finals attraverso le pagelle delle squadre che quest’anno si sono contese il titolo. Partiamo dagli sconfitti: i MIAMI HEAT di coach Spoelstra. 

M. MILLER 4,5: Avrebbe dovuto dare la scossa alla squadra uscendo dalla panchina. Avrebbero dovuto darla a lui invece, una bella scarica elettrica da 220 volts almeno! Da sempre discontinuo ai limiti dell’impossibile, capace di fare grandi prestazioni al tiro per poi sparire alla partita successiva, questa volta invece si è solo confermato ad un livello mediocre, rialzando per un attimo la testa solo in gara 5, dove complici le difese più larghe è riuscito almeno ad infilare 3 bombe su 5 tentativi. 

M. BIBBY 4.5: C’era una volta un ottimo giocatore….Realizza 14 punti nel secondo match con 5/8 al tiro. Negli altri? Non è pervenuta segnalazione di azioni particolari. Nella partita decisiva per il titolo Spoelstra non gli fa vedere nemmeno il campo. 

M. CHALMERS 7: Hai capito il 25-enne nativo dell’Alaska! Buona presenza in campo e personalità da vendere. Si è preso anche delle responsabilità pesanti che avrebbe dovuto prendere qualcun altro (si veda a tal proposito gara 2, quando Nowitzki piazza la bomba del + 3 a meno di 30 secondi dalla fine e lui subito dopo risponde con la bomba del pareggio fissando il punteggio sul 93 pari). Capace di realizzare anche 2 canestri da metà campo (Gara 2 e Gara 4) si fa apprezzare anche sul piano caratteriale, facendo a sportellate con Stevenson (un tipetto per niente facile da digerire..). Esagera forse nella partita cruciale dove realizza si 18 punti, ma si prende dei tiri che non erano nelle sue corde soprattutto nel finale. 

J. ANTHONY 5: Utilizzato unicamente per marcare Dirk, fa quello che può contro il cestista più immarcabile del pianeta (almeno quando si innalza per sganciare il celeberrimo “tiro del cigno”), ovviamente con scarsi risultati, ma altri più dotati di lui hanno fatto la stessa figura sia in questa serie finale, sia in tutti gli anni di NBA del tedesco. Non ha particolari colpe. 

U. HASLEM 6,5: Anche lui utilizzato come body guard del tedesco e per gonfiare la retina all’occorrenza, fa come sempre un buon lavoro. Ci mette il solito impegno e finisce in crescendo. In gara 6, insieme a Wade, è l’ultimo a mollare, ma per quanto riguarda la difesa su Nowitzki vedesi Anthony, anche se è da segnalare l’ottima azione in marcatura alla fine di Gara 3, proprio sul tiro finale di Dirk che avrebbe portato tutti al supplementare. 

J. HOWARD 4,5: Ancora gioca????? 

C. BOSH 7,5: Inizia male (nelle prime 2 partite realizza si 31 punti in totale, ma con un 9/34 al tiro, che non è assolutamente il massimo, tanto più se vieni utilizzato come centro). Da gara 3 in poi (dove addirittura mette a segno il non facile tiro da post basso della vittoria), va in crescendo, ma proprio sul più bello viene utilizzato poco dai 2 “capi” della squadra che accentrano il gioco su loro stessi, dimenticandosi nel frattempo che l’ex Raptors stava comunque vincendo alla distanza il duello con Chandler. Ottime le sue prestazioni nelle ultime 3 partite, dove realizza rispettivamente, 24, 19, 19 punti con ottime percentuali al tiro e dando comunque un grosso contributo a rimbalzo. Cerca di limitare Dirk, ma i risultati sono i medesimi per tutti quelli che si son messi sulla strada del biondo. 

D. WADE 8,5: Mezzo punto in meno per la brutta scenetta messa in piedi con l’altro, per prendere in giro Nowitzki sulla febbre che lo aveva debilitato nel corso della serie. Vero ed unico trascinatore della squadra, giordaneggia nella difesa avversaria. Nessuno può marcarlo: ci prova Kidd, ma non lo vede nemmeno con il binocolo; ci prova Stevenson (utilizzato in ogni caso di più su James) nada. Uno contro uno non si può marcare, e questa è la caratteristica dei veri fenomeni. Coach Carlisle usa per la stragrande maggioranza del tempo la difesa a zona, unico modo per cercarlo di limitarlo: obiettivo direi raggiunto a pieni voti. Da segnalare la solita protezione nei suoi confronti da parte degli arbitri, che gli fischiano di più di quello che realmente meriterebbe, una critica che per anni lo ha contraddistinto e che certamente questa serie non ha smentito. In ogni caso quando uno dimostra di essere un alieno nel senso del gioco, è normale che ci sia “un occhio di riguardo” nei suoi confronti, ma è bene non esagerare. 

L. JAMES 3,5: Il voto è anche per tutto quello che si è portato dietro da anni e quello che ha combinato l’estate scorsa, quando in diretta tv annunciò “che avrebbe portato il suo talento a Miami”, come se fosse improvvisamente diventato il Messia del basket, e sempre in diretta tv dichiarò che a Miami avrebbe vinto “not one, not two, not three, not four, not five, not six, not seven ring... and what I say I really believe it”. Per ora siamo a 0 caro LeSol o Le Quit (come amano ora chiamarlo in America) e se Miami non ha vinto il titolo, tu sei il colpevole numero 1. Inizia le partite davanti la telecamera (ma guarda un pò!!) mostrando i muscoli, parlando e gridando in faccia ai compagni “We play the Miami Basketball”, volendo far vedere al mondo intero che lui era il leader della squadra, quando in realtà leader di questa squadra non lo sarà mai, perché Miami è il team di Wade: nel Miami Basketball era contemplato in ogni caso anche il tuo apporto che è clamorosamente mancato, ed essere un leader non significa farlo a parole e chiacchiere futili, servono i fatti caro Prescelto! Il suo score nei soli quarti periodi, ovvero dove i campioni si innalzano a livello di eroe, in 6 gare, è di soli 18 punti con un imbarazzante 6/19 dal campo. Cioè in media LeBron si è preso solo 3 tiri nel quarto decisivo sparendo totalmente dal campo nei minuti finali!! Pazzesco per uno che viene spesso accostato ai più grandi di questo gioco. In Gara 4 porta a compito il suo disastro mettendo nel cesto appena 8 punti. L’impressione è che ha limiti caratteriali enormi, e soprattutto sembra che i compagni non si fidino molto del suo tanto decantato talento. Lui che dovrebbe tirare, entrare, saltare, realizzare, si trasforma in un play o peggio ancora in un semplice portatore di palla; scarica tutte le responsabilità nelle mani di Wade e Bosh, e addirittura Chalmers ha più personalità di lui nel prendersi dei tiri che in realtà non gli spettano. Lo si vede praticamente solo nella propria metà campo quando cerca di limitare Terry con risultati pessimi, e ciò costituisce un aggravante di non poco conto, perché lo ridimensiona anche dal punto di vista difensivo. La sua media punti scende da 26, 7 della Regular Season a 17,8 nelle finals. -8,9 punti: la più alta della storia. C’è da aggiungere altro? Ah si, da incorniciare anche la cretinata di sfottere Nowitzki per la febbre (si perché l’idea è stata sua..), uno che ha dimostrato cosa significa essere fuoriclasse assoluto, anziché perdere tempo con scimmiottamenti e stupidate davanti le telecamere. Delusione totale. 

E. SPOELSTRA 5,5: L’impressione è che non potesse fare molto altro. E’ stato bravo durante tutto l’anno a far convivere 3 pezzi da 90 come quelli. Ha incontrato delle difficoltà iniziali alle quali sembrava aver posto rimedio. E ciò veniva confermato anche dallo spaventoso rendimento nei Play Off, dove fino alla finale Miami ha perso solo 3 incontri. Ci son delle cose però che non hanno convinto. Innanzitutto il minutaggio spropositato di James (in media 43 minuti in 6 partite!!!) e ciò avrà influito anche un pò sul rendimento del giocatore stesso. Inspiegabile poi l’accantonamento di Ilgauskas accoppiato a quello di Dampier (va beh, quest’ultimo non avrebbe inciso comunque), soprattutto considerando il fatto che sotto i tabelloni gli Heat hanno avuto quasi sempre la peggio. L’impiego del lituano avrebbe dato fiato agli altri elementi della squadra e in più avrebbe potuto mettere di tanto in tanto anche qualche canestro visto la buona mano che si ritrova. Si è notata inoltre, una certa mancanza di “durezza” verso alcuni elementi: James su tutti, andava preso ad urli ad un certo punto, invece di continuare ad “accarezzarlo”. Tardivo l’ingresso in Gara 6 di House al posto di un deludentissimo Bibby, e quanto meno discutibile la completa dimenticanza di James Jones, l’uomo che aveva contribuito a scardinare la difesa dei celtici. Infine quando proprio tutto stava andando a rotoli, e visto che proprio nessuno riusciva a prendere il tedesco sul primo passo, avrebbe potuto tentare di cambiare la marcatura sul biondo mettendoci James sulle sue orme. Tanto, come già detto in precedenza, la marcatura di The King (dei perdenti!!!) su Terry, era andata a farsi friggere visto che la guardia dei Mavs ormai, con la palla in mano, faceva quello che voleva. 

S.V. : Norris Cole, Erick Dampier, Eddie House, Zydrunas Ilgauskas, James Jones, Jamaal Magloire, Dexter Pittman

Posted by Don

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