martedì 24 maggio 2011

Spionaggio industriale, roba da dilettanti


Qualche anno fa si parlava di spionaggio industriale per indicare l'appropriazione indebita di informazioni da parte di un'azienda ai danni di un concorrente, la letteratura in merito è ampia e si raccontano aneddoti degni di James Bond. Con il passare del tempo le tecniche di spionaggio si sono affinate ma si è anche avuta una evoluzione in ciò che si andava cercando per cui si è passati dai classici documenti considerati "top secret" ad altri tipi di segreti da carpire. L'anno scorso un gruppo di hacker ha bypassato più volte i sistemi di sicurezza che gestiscono i segreti del Nasdaq, il mercato borsistico elettronico americano. La cosa ha preoccupato non poco le autorità ed il governo ha subito messo alle calcagna dei pirati i servizi segreti. Non si conoscono bene i motivi di questi attacchi e si stanno valutando diverse ipotesi inclusi il furto di segreti industriali e un piano per danneggiare i mercati finanziari. Il Nasdaq subì un altro attacco informatico nel 1999, quando il sito venne modificato da un gruppo di hacker. L’azione venne rivendicata poche ore dopo e l'intrusione interessò il sito web della società, ma non i sistemi che gestiscono le migliaia di transazioni finanziarie che vengono compiute ogni giorno sui listini tecnologici. Secondo Tom Kellerman, ex responsabile della sicurezza informatica della Banca Mondiale, i pirati informatici negli ultimi anni si sono progressivamente concentrati sempre di più sulle istituzioni finanziarie e sui sistemi informatici che gestiscono le transazioni economiche dei listini di borsa. Nella maggior parte dei casi le violazioni non servono per dirottare quote di denaro o investimenti, operazione complicata e rischiosa, ma per raccogliere informazioni utili nel lungo periodo per fare qualche soldo sui mercati finanziari.

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